Plotino, Enneade I 4 [46: Sulla felicità], 2
Mar 12Brano precedente: Plotino, Enneade I 4 [46: Sulla felicità], 1 2. Orbene, coloro che non lo [il vivere bene] concedono alle piante perché non sentono [6] rischiano di non concederlo neppure a tutti i viventi nel loro insieme. Se infatti giudicano sensazione questo, non lasciare latente un’affezione per la coscienza [7], essa, l’affezione, deve essere buona prima che...
Plotino, Enneade I 4 [46: Sulla felicità], 1
Mar 081. Nell’identificare il vivere bene e l’esser felici, ne renderemo forse partecipi anche gli altri viventi [1]? Se infatti è loro possibile condurre senza impedimenti l’esistenza che è loro connaturata, che cosa vieta d’argomentare che anche loro sono in una buona condizione di vita? Ed |5| infatti, sia che s’identifichi la vita buona colla soddisfazione [2], sia che...
La filosofia politica di Gilles Deleuze (3)
Set 01Articolo precedente: La filosofia politica di Gilles Deleuze (2) 3. Il metodo della psicoanalisi Ho distinto precedentemente due problemi nella psicoanalisi: il problema della normalità e quello dell’interpretazione della malattia in vista di una guarigione. All’inizio gli psicoanalisti dovevano aver pensato così: se si stabilisce un modello di individuo...
Argomentazioni sull’ontologia del piacere
Ago 08Oggi pubblichiamo il primo articolo di Cesare Lombardi, medico cardiologo e studioso autodidatta di filosofia. Cesare inizia la sua collaborazione con un articolo sulla discussione del concetto di piacere nell’opera Dilemmi di Ryle. Ringraziandolo per il contributo, gli diamo il benvenuto tra i collaboratori del blog. Nell’opera più importante di Gilbert Ryle, The Concept...
Platone, Lettera VII 334e-335c
Mag 14[334e] Ecco, se ci si getta sulle cose più belle per sé e per la città il patire tutto ciò che si può patire è retto e bello. Ecco, nessuno di noi è nato [pephuken] immortale, e neppure se a qualcuno avvenisse diverrebbe felice [eudaimōn], come sembra [dokei] ai più: ecco, nessun male e bene degno di nota [logou] c’è [335a] per coloro che non han anima [apsukhois], ma questo...