Plutarco, Sulla superstizione (6)
Ago 19Brano precedente: Plutarco, Sulla superstizione (5) 6. Che ne dici dunque? Non ti sembra che il difetto degli atei rapportato a quello dei superstiziosi sia di tal genere? Gli uni non vedono per niente gli dei, gli altri suppongono che siano malvagi; gli uni li trascurano, gli altri presumono spaventoso quanto è benevolo, tirannico quanto è paterno, dannoso quanto è premuroso e...
Plotino, Enneade I 4 [46: Sulla felicità], 11
Apr 19Brano precedente: Plotino, Enneade I 4 [46: Sulla felicità], 10 11. Se dunque alcuni [gli stoici] giudicassero che un uomo tale neppure vive, professeremo ch’egli vive, mentre per essi latita la felicità di tale uomo, così come il suo vivere. Se dunque non si fidassero, domanderemo loro d’ipotizzare quello vivente e saggio, |5| per ricercare in questo modo se è...
Plotino, Enneade I 4 [46: Sulla felicità], 7
Mar 29Brano precedente: Plotino, Enneade I 4 [46: Sulla felicità], 6 7. Perché quindi il felice desidera che queste cose siano presenti ed aborre i contrari? Professeremo che è perché offrono un qualche contributo non già alla felicità, bensì, meglio, all’essere; i contrari, dunque, di queste cose contribuiscono o al non essere oppure inquinano il |5| fine quando son...
Plotino, Enneade IV 8 [6: Sulla discesa dell’anima nei corpi], 7
Gen 18Brano precedente: Plotino, Enneade IV 8 [6: Sulla discesa dell’anima nei corpi], 6 7. Essendo dunque duplice questa natura, intelligibile e sensibile, benché sia meglio per l’anima essere nell’intelligibile, avendo tale natura, ecco, deve necessariamente poter partecipare anche del sensibile e non arrabbiarsi con se stessa se |5| non è in ogni aspetto qual che...
Plotino, Enneade IV 8 [6: Sulla discesa dell’anima nei corpi], 5
Gen 11Brano precedente: Plotino, Enneade IV 8 [6: Sulla discesa dell’anima nei corpi], 4 5. Allora non dissonano l’uno dall’altro la semina nel divenire e la discesa per la perfezione del tutto, la pena e la spelonca, la necessità e la volontarietà ‒ perché la necessità ha in sé la volontarietà ‒ e l’essere in un corpo, in quel ch’è cattivo; né la fuga...