Nietzsche, Bergson, Husserl, Heidegger, Deleuze: sul divenire eracliteo (18)
Nietzsche, Bergson, Husserl, Heidegger, Deleuze: sul divenire eracliteo (18)
Feb 03
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18. Heidegger e Husserl: sulla fenomenologia
Heidegger è il quarto protagonista della presente ricerca. Questa sezione fa da tramite tra quelle su Husserl e quelle su Heidegger. Essa riguarda il rapporto tra i due autori in quanto entrambi filosofi fenomenologi, ma dai pensieri molto diversi. Heidegger rifiuta di essere definito esistenzialista, ma in tutta la vita si confronta con la fenomenologia e afferma di fare fenomenologia. Questo pone il problema della comprensione della natura di questa forma di fenomenologia che Heidegger stesso afferma di svolgere. La fenomenologia in Husserl rappresenta un ritorno alle cose stesse, ma le cose stesse sono il dato puro della coscienza, cioè il fenomeno. In Heidegger, sebbene egli stesso certo ricerchi il ritorno alle cose stesse, la questione sta in modo molto differente. È negli anni 1910-11 che Heidegger comincia a leggere Husserl, in particolare le Ricerche logiche. Diventerà successivamente assistente di Husserl nel 1919 e rimarrà a Friburgo, dove insegnava Husserl, fino al 1923. In questo periodo legge le Idee di Husserl.
Le domande che ci si deve porre in questa sede sono: quanto è stato influenzato Heidegger da Husserl? Che ruolo ha svolto questo suo “maestro” nella maturazione del suo pensiero filosofico? Nelle sue analisi del pensiero hedeggeriano su questo tema Antonio Cimino arriva ad una risposta radicale:
Di fatto Heidegger non è mai stato discepolo di Husserl. [53]
Dalle analisi di Cimino risulterebbe che Heidegger non ha mai condiviso nulla con la fenomenologia di Husserl, in nessun momento della sua vita. Heidegger ha sempre cercato di distanziarsi dal pensiero della fenomenologia di Husserl e vedeva nella fenomenologia di Husserl solo uno dei modi di fare fenomenologia, un modo che era ancora troppo legato ad una forma di pensiero eccessivamente matematica e cartesiana. Secondo Cimino vi sarebbero due revisioni a cui sottopone la fenomenologia Heidegger: una ermeneutica e un’altra ontologica. La prima revisione è quella ermeneutica: la fenomenologia, al contrario di quello che era per Husserl, non è una mera contemplazione, ma presuppone un orizzonte storico e la storicità di un soggetto. La comprensione del mondo da parte di un soggetto è inseparabile da un circolo di interpretazione dove giocano un ruolo attivo sia il soggetto che l’oggetto. La fenomenologia decostruisce le interpretazioni per risalire ai contesti esperienziali da cui queste provengono e in cui hanno avuto origine. In particolare con Essere e tempo Heidegger rende esplicito il suo modo di fare fenomenologia: una forma di ermeneutica che mira di fatto alla scoperta delle strutture stesse dell’esistenza umana.
Nel periodo del suo insegnamento a Marburgo, dal 1923 al 1928, Heidegger compie la sua seconda revisione della fenomenologia: la revisione ontologica. La fenomenologia di Husserl non era una forma di ontologia e non poteva esserlo proprio per la sua impostazione scientifica di fondo. La fenomenologia husserliana non riguarda assolutamente l’esistenza delle cose, di cui invece si occupa l’ontologia. Non era importante per la fenomenologia husserliana se ciò che noi vediamo è un’allucinazione o effettivamente esiste, nella misura in cui in entrambi i casi con la riduzione il nostro atto avrà comunque un noema. Nel caso di Heidegger la questione è completamente diversa. Come spiega Cimino, la fenomenologia di Heidegger è ontologia perché le strutture dell’esperienza sono modi di essere. La fenomenologia cerca quindi le strutture ontologiche a priori dell’esperienza. La riduzione fenomenologica, spiega Cimino, in Heidegger ha la funzione del rivolgere lo sguardo all’essere, alle strutture ontologiche dell’esperienza.
Dunque Heidegger è un fenomenologo, ma pensa una fenomenologia alternativa rispetto a quella di Husserl. Heidegger fonda un pensiero nuovo; questa forma di pensiero, in parte, deve essere oggetto della mia analisi. Gli elementi più rilevanti rimangono comunque il tema del tempo e, soprattutto, il tema del divenire eracliteo. Anche Heidegger, come gli altri autori, si interroga sulla temporalità della coscienza e dell’esistenza umana. In particolare in Heidegger il pensiero dell’Essere si lega immediatamente con quello del tempo. Allora è Essere e tempo il testo centrale per questa ricerca.
Note
[53] Cimino, Antonio, Costa, Vincenzo, Storia della fenomenologia, Carocci, Roma, 2013, p. 196.
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