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Nietzsche, Bergson, Husserl, Heidegger, Deleuze: sul divenire eracliteo (16)

Nietzsche, Bergson, Husserl, Heidegger, Deleuze: sul divenire eracliteo (16)

Gen 27

 

 

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16. Husserl: ritenzione e protensione

 

Ho già detto che il tempo per la coscienza non è affatto una linea, che nella coscienza passato, presente e futuro tendono quasi a sovrapporsi; ora è il momento di trattare del tema della protensione e della ritenzione, cioè delle nostre aspettative e della memoria. La ritenzione concerne il presente passato che è trattenuto dalla coscienza: l’accaduto; la protensione invece è ciò che ci aspettiamo che accada, indipendentemente dal fatto che questo si realizzi davvero [52]. Protensione e ritenzione richiedono ovviamente a monte un altro elemento: l’impressione, la percezione nel presente attuale. La ritenzione è la conversione dell’impressione in un ricordo fresco. Le ritenzioni si dispongono nella memoria costituendo un ordine del tempo: una successione puntuale che coinvolge un molteplice di elementi. Coppola nota che, quando un’impressione S si converte in una ritenzione S’, dato che l’S impressione è ecceità e quindi è parte del divenire eracliteo, essa non si può dare due volte, dunque questa stessa S impressione non potrà ripetersi che come tipo eidetico. S’ ritenzione per Husserl, a differenza di quanto affermava Brentano, non è un’eco di S impressione, anche se tra le due esiste un rapporto di somiglianza. Precisamente Coppola afferma l’assenza di simultaneità tra S e S’, cioè tra impressione e ritenzione. Vi è invece una successione immediata. Nello scritto di Coppola non mancano esempi o raffigurazioni dello schema della ritenzione. Una linea orizzontale del tempo deve essere tracciata per rappresentare il corso del tempo nel quale si danno in sequenza le varie impressioni del presente. Ogni impressione (I) sarà segnata da un momento temporale (t1, t2, t3…tn) e da un contenuto (a, b, c, ecc.). A partire da ogni punto-ora impressionale parte una particolare linea verticale detta linea di morte. Su questa linea sono disposti gli stessi contenuti ritenzionali (R) per grado (Ra¹, Ra², Ra³), ognuno secondo un punto temporale proprio nella verticale (t1, t2, t3…tn). Tutte queste linee verticali sono connesse tra loro tramite delle diagonali dette code di comete (Kometenschwanz). In queste diagonali sono collegati contenuti ritenzionali differenti con differenti gradi partendo da una particolare impressione, ad esempio: Ic, Rb¹, Ra². Si noti che in questo ultimo caso il grado del punto temporale rimane lo stesso. La ritenzione non è altro che una contrazione nella memoria di un’impressione, il che significa che mano a mano che il tempo passa non può più essere vivida come quando è appena formata. In questo senso la linea di morte rappresenta lo stesso contenuto in diverse fasi di determinatezza tale che mano a mano che aumenta il grado la ritenzione è meno vivida. La coda di cometa ritenzionale invece connette diversi contenuti ritenzionali formando quella successione che collega l’impressione attuale con ritenzioni differenti che si riferiscono ad impressioni passate, rendendo possibili esperienze come quella della melodia.

Nello schema or ora presentato non è stato designato ancora un posto per la protensione. Coppola inserisce la protensione semplicemente prolungando la verticale della ritenzione. In questo modo la verticale si scinde in due: una parte sotto la linea del tempo e delle impressioni dove sono disposte le varie ritenzioni; un’altra parte al di sopra della linea del tempo dove invece sono indicate le protensioni. Per indicare le protensioni (P) bisogna tenere conto che, dal momento che si parla del futuro, sopra una certa impressione la protensione immediatamente corrispondente deve riferirsi all’impressione successiva non ancora attualizzatasi, ad esempio: Ic, Pd¹, Pd² nella verticale; Ic, Pb¹, Pa² nella diagonale. Emanuele Coppola mette in evidenza che comunque tutto lo schema può essere invertito e rappresentato anche in una maniera diversa: si può scambiare la linea di morte con la coda di cometa di modo che ciò che prima era nella verticale ora si trovi nella diagonale e viceversa.

Nella nota 69 del saggio “Divenire intenso, divenire-animale, divenire-impercettibile” in Mille piani Deleuze e Guattari inseriscono una rappresentazione dello schema di Husserl R-I-P (ritenzione, impressione, protensione) invertendo la linea di morte e la coda di cometa. Sono rappresentati tre punti nella figura come impressioni (a,b,c), a fianco della linea del tempo delle impressioni sta scritto: corso del tempo. Invece sotto ogni impressione sono tracciate diagonali e verticali, e a fianco sta scritto invece: ordine del tempo. La verticale rappresenta in questo schema la coda di cometa, quindi, per esempio, sotto l’impressione c stanno le ritenzioni b’ e a”. Le diagonali invece rappresentano in questo schema la linea di morte, quindi, partendo dall’impressione a, la diagonale attraversa le due verticali delle altre due impressioni b e c nei punti a’ e a”. Deleuze sulla base di queste riflessioni di Husserl definisce la memoria come un sistema puntuale, di cui descrive il funzionamento. Prima di tutto l’intero sistema puntuale della memoria rimanda ad una linea temporale in cui si succedono impressioni, denominata: corso del tempo. Ogni vecchio presente compone con gli altri una linea temporale che arriva fino ad un’impressione attuale, una temporalità che appare perpendicolare alla precedente e si denomina: ordine del tempo. In un sistema puntuale, dice Deleuze, ci devono essere due linee base: una verticale e una orizzontale. Quella orizzontale rappresenta in questo caso il corso del tempo e quella verticale l’ordine del tempo. In secondo luogo le due linee del sistema puntuale, dice Deleuze, possono spostarsi: la linea orizzontale si sovrappone a quella verticale e le verticali si spostano orizzontalmente di modo che tornino tutti i punti con i loro gradi o coefficienti temporali. È possibile inoltre tracciare delle diagonali che colleghino le stesse ritenzioni di grado diverso. Questi sono i tre punti fondamentali approntati da Deleuze in Mille piani per la definizione di un sistema puntuale. In questi tre punti stanno tutti gli elementi dello schema di Husserl: il primo punto distingue la linea del tempo delle impressioni dalle linee delle ritenzioni; il secondo punto si riferisce alle code di cometa; il terzo punto alle linee di morte.

Detto questo, non si deve pensare che Deleuze apprezzi davvero il modello dei sistemi puntuali: questo presunto apprezzamento sarebbe molto facile da smentire. Il fatto è che, in un certo senso, il divenire eracliteo per Deleuze non può essere un sistema di punti, ma deve essere costituito da linee al di là dei punti. Normalmente noi pensiamo la linea come quel segmento tracciato tra due punti, così come spesso pensiamo il divenire come qualcosa che sta in mezzo tra due stati di cose. Ebbene Deleuze ci invita a cambiare proprio il modo di pensare. La schizoanalisi offre l’alternativa a questo modello dicendo che la linea deve precedere sempre i due punti. Questo modello a mio avviso potrebbe spiegare molto meglio dell’altro la logica del divenire, una logica dove il divenire viene prima di ogni cosa e tutti gli stati di cose, così come i punti della linea, non sono altro che suoi “risultati”.

 

Note

[52] Se si realizza, la protensione avrà un riempimento, in caso contrario resterà vuota.

 

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