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L’anima secondo Jung: una rivisitazione dell’anima socratica? (3)

L’anima secondo Jung: una rivisitazione dell’anima socratica? (3)

Dic 12

 

 

Articolo precedente: L’anima secondo Jung: una rivisitazione dell’anima socratica? (2)

 

Considerazioni finali

Socrate non ha mai sostenuto la tesi che l’anima sia immortale, tesi che, secondo il modo greco di pensare, implica la sua origine divina. L’anima socratica è trascendente perché non può essere conosciuta con i sensi e tuttavia è conoscibile per mezzo di una diversa esperienza; è quindi empirica.

Contro il giudizio diffuso secondo cui l’anima sarebbe una invenzione teorica Jung ribadisce che la nozione di anima è assolutamente empirica, un concetto empirico a cui è necessariamente inerente la forma in cui appare, non conoscibile con i sensi perché poggia sull’attività immaginativa inconscia.

Per Socrate l’anima coincide con la coscienza pensante ed operante, il carattere peculiare di ogni individuo, la sua essenza. L’uomo è la sua anima.

Socrate avverte in sé un fenomeno soprannaturale, una guida che lo assiste in ogni sua decisione, una voce divina o demoniaca che si rende presente alla coscienza, un evento, un segno, un demone ma non un demone-persona, dotato di grande numinosità, identificabile con l’autentica natura dell’anima.

Per Anima Jung intende quel complesso di funzioni che potrebbe essere definito personalità. Esiste una immagine primordiale o archetipo dell’Anima che poggia sull’attività immaginativa inconscia e si affaccia alla coscienza che, in determinate circostanze, può avere un grande significato per la vita psichica e un valore superiore a quello della realtà stessa. Questa esperienza viene chiamata dal soggetto Mana ma può essere egualmente chiamata inconscio, demone o Dio.

Nella dottrina socratica conoscere se stessi e avere cura di se stessi è aver cura dell’anima perché l’anima, l’Io cosciente, consapevole ed intelligente, permette di attuare la virtù che non può consistere che nella conoscenza, in particolare nel distinguere il buono dal cattivo.

La dottrina si ritrova nella concezione junghiana dell’archetipo centrale, il Sé. La costruzione del Sé, che consiste nel diventare se stessi, è di grande importanza. Grazie ad essa ci avviciniamo a quel nucleo della natura umana che è sede degli istinti, a quei fattori dinamici esistenti a priori da cui dipendono le decisioni etiche della nostra coscienza.

In conclusione, la concezione junghiana dell’anima mostra analogie con quella socratica a tal punto da permettere di avanzare l’ipotesi che sia una rivisitazione del pensiero di Socrate. Sebbene questa ipotesi non sia confermata, anzi sia probabilmente errata, il solo fatto di averla giudicata possibile mostra, a nostro avviso, la attualità del pensiero socratico.

 

(1) F. Sarri, Socrate e la genesi dell’idea occidentale di anima, Vita e Pensiero, Milano 1997.

(2) C. de Vogel, Ripensando Platone e il platonismo, Vita e Pensiero, Milano 1990.

(3) G. Reale, Introduzione a Socrate e la nascita del concetto occidentale di anima, Vita e Pensiero, Milano 1977, p. XVI.

(4) A. E. Taylor, Socrates, Thomas Nelson & sons LTD, 1939, p. 134 (la traduzione è mia).

(5) G. Reale, Dario Antiseri, Storia della Filosofia, Bompiani, 2008, Volume I, p. 193.

(6) Platone, Protagora 313e2.

(7) Platone, Alcibiade Maggiore 130 (traduzione di E. Turolla).

(8) G. Reale, Storia della filosofia antica, Vita e Pensiero, Milano 1975.

(9) L. Zampirini, Platone. Un maestro del pensiero occidentale, Giunti, Firenze 2003, p. 90.

(10) M. Montuori, Socrate. Fisiologia di un mito, Vita e Pensiero, Milano 1998, p. 86.

(11) >4, p. 134.

(12) >4, p. 132.

(13) >4, p. 133.

(14) >4, p. 133.

(15) >4, p. 136.

(16) >4, p. 136.

(17) >4, p. 137.

(18) >4, p. 136.

(19) >4, p. 137.

(20) >4, p. 137.

(21) >4, p. 138.

(22) >4, p. 138.

(23 )>4, p. 138.

(24) >4, p. 138.

(25) >4, p. 140.

(26) >5, p. 219.

(27) M. Canto-Sperber, Socrate, in Il sapere greco. Dizionario critico, Volume II, Einaudi, Torino 2007, p. 296.

(28) P. De Bernardi, Socrate, il demone e il risveglio, In «Sapienza», Volume 45, pp. 425, 443, ESD, Napoli 1992.

(29) Platone, Apologia di Socrate 21d.

(30) >5, p. 219.

(31) >5, p. 220.

(32) >5, p. 221.

(33) Senocrate-Ermodoro, Frammenti, a cura di M. Isnardi Parente, Bibliopolis, Napoli, 1987, frr. 222-230.

(34) Platone, Simposio 202d-e.

(35) J.H. Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi, Milano 1997, p. 319.

(36) Ivi, p. 317.

(37) Ivi, p. 319.

(38) Ivi, p. 321.

(39) >5, p. 193.

(40) >5, p. 197.

(41) >5, p. 221.

(42) C.G. Jung, Opere, 9, Gli archetipi e l’inconscio collettivo, Bollati Boringhieri, Torino 2013, p. 59.

(43) Ivi, p. 60.

(44) Ivi, p. 62.

(45) Ivi, p. 64.

(46) Ibidem.

(47) Ivi, p. 69.

(48) Ivi, p. 70.

(49) Id., Tipi psicologici, Newton Compton, Roma 2012, p. 322.

(50) Ivi, p. 325.

(51) Ibidem.

(52) Ivi, p. 326.

(53) Ivi, p. 353.

(54) Id., Ricordi, sogni e riflessioni, BUR saggi, 2014, p. 404.

(55) Ivi, p. 405

(56) Ivi, p. 407.

(57) Ivi, p. 406.

(58) Ivi, p. 397.

(59) Ivi, p. 398.

(60) Ivi, p. 399.

(61) Ibidem.

(62) Ivi, p. 400.

(63) Ibidem.

(64) Ivi, p. 399.

(65) Ivi, p. 400.

(66) Ivi, p. 494.

(67) >49 p. 361.

(68) Ivi, p. 363.

(69) >54 p. 489.

(70) Ivi, p. 494.

(71) Ivi, p. 487.

(72) Id., L’io e l’inconscio, Boringhieri, Torino 1985, p. 160.

 

 

Articolo iniziale: L’anima secondo Jung: una rivisitazione dell’anima socratica? (1)

 

 


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