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[Incipit] Philía e inizio (1)

[Incipit] Philía e inizio (1)

Mar 01

Articolo precedente: [Incipit] In principio era il saper fare

 

«L’inizio è la metà del tutto»
«L’amicizia non è altro che la metà di noi stessi»
[Aristotele]

«Oggi la relazione fra amicizia e filosofia è caduta in discredito. L’amicizia è così strettamente legata alla definizione stessa della filosofia, che si può dire che senza di essa la filosofia non sarebbe propriamente possibile. L’intimità fra amicizia e filosofia è così profonda che questa include il phílos, l’amico, nel suo stesso nome e, come spesso avviene per ogni prossimità eccessiva, rischia di non riuscire a venirne a capo…»
[G. Agamben, L’amico]

 

1. Una nozione pre-filosofica

Nel precedente contributo ci eravamo occupati di quale fosse il significato del termine sophía implicato nella parola “filosofia” al tempo in cui tale attività si intende solitamente cominciare in Occidente. Il fine ambiva essere quello di cercare di comprendere qualcosa di più di “che cosa” fosse la filosofia alla sua origine, proprio a partire da quanto ancora nel suo nome composto si conservava e ancora si conserva. In questo contributo invece completiamo l’altra metà della ricerca, interrogandoci sul significato di quel prefisso phil- che precede quanto avevamo individuato essere un “saper fare”.

Il prefisso phil- richiama subito alla mente i termini greci ‘philía‘, ‘phílos‘, ‘phileîn‘ ecc. che sono nozioni pre-filosofiche non solo nel senso che preesistono alla filosofia, ma anche nel senso che la pre-definiscono, almeno a giudicare dal greco «φιλο-σοφία», dove ancora rimane traccia di questa relazione.

Per la traduzione tradizionale, “filosofia” è amicizia o amore per la sapienza. Questo accostamento philia/sophia è stato da sempre sufficiente ad alimentare moltissime riflessioni sulla natura stessa della filo-sofia, ovvero sulla relazione tra amicizia e sapere, più o meno suggestive.

Ad esempio, commentando le parole sopra citate di Agamben, è stato scritto che:

è talmente imbricata, l’amicizia, nella filosofia, da esserne inclusa nel nome: filia e sophia ne sono le componenti, e anticamente esse coincidevano, indicando la filia una coappartenenza alla sophia [1]

e che:

il fatto che la “philía” sia alla radice stessa della filosofia, contenuta fin dentro la parola che la definisce, non può che aprire ulteriori scenari di riflessione… Così come colui che dedicandosi all’attività contemplativa è felice perché ama la conoscenza per se stessa, anche l’amico che è amato per se stesso in quanto altro me stesso non può non avere attinenza filosofica: amare l’amico è come amare la filosofia, perché è un condividere all’origine il piacere di esistere, così come amare la filosofia è esperire quell’amicizia originaria che è consonanza con le cose, con-essere. [2]

Lasciamo per il momento da parte queste considerazioni e domandiamoci ora in modo più circoscritto che cosa intendessero con ‘philía’ i primi uomini che usarono questo termine, che significato hanno le sue prime attestazioni, quale ne è la sua etimologia. Un’eventuale risposta in questo senso ci potrà forse aiutare a capire qualcosa di più del suo originario accostamento alla ‘sophía’.

 

Note:

[1] G. Genna, Carmilla del 28 sett. 2007, http://www.carmillaonline.com/2007/09/28/agamben-lamico/

[2] M. Domina, La botte di Diogene del 18 dic. 2007, http://mariodomina.wordpress.com/2007/12/18/philia/

 

Articolo successivo: [Incipit] Philía e inizio (2)

 

 


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