Gaunilone VS Anselmo: le prime due obiezioni alla prova ontologica
Gaunilone VS Anselmo: le prime due obiezioni alla prova ontologica
Gen 24[ad#Ret Big]
Ci siamo lasciati nel precedente post con un argomento stringente, la prova ontologica di Anselmo: filava apparentemente tutto liscio, ma come è caratteristica della filosofia, Anselmo non poteva che aspettarsi qualche obiezione.
E di obiezioni alla dimostrazione dell’esistenza di Dio di Anselmo ne arrivarono ben tre da un altro monaco, Gaunilone: vediamo le prime due.
Le prime due obiezioni di Gaunilone ad Anselmo
Il primo punto di dissenso di Gaunilone è:
è davvero utile una dimostrazione dell’esistenza di Dio?
Insomma, Gaunilone sembra mettere in discussione la necessità della stessa pretesa anselmiana di dimostrare mediante cogenza logica che Dio esiste.
Gaunilone arriva a questa considerazione dalle conclusioni dello stesso argomento di Anselmo: se la non esistenza di Dio è assurda, la sua esistenza non risulta ovvia e quindi non bisognosa di dimostrazione?
A questa obiezione Anselmo non risponde esplicitamente, ma potrebbe dire che la dimostrazione è sì ovvia, ma altrettanto lo è la pretesa dello Stolto che disse in cuor suo: Dio non esiste di affermare una tale tesi.
Insomma sembra quasi che alla tesi assurda e inconcepibile dello Stolto ateo Anselmo voglia rispondere con argomento ovvio.
Questo vale per l’ateo, perchè la Fede nel credente non dovrebbe necessitare di argomentazione: è la risposta alla seconda obiezione di Gaunilone, che si chiede altresì:
La dimostrazione dell’esistenza di Dio è ragionevole?
Sì, secondo Anselmo, che conferma come non ci sia bisogno di capire Dio, ma solo le parole che usiamo per parlarne: ad esempio parlare di una cosa ineffabile non è possibile, ma possiamo definire il termine “ineffabile”.
E così arriviamo alla terza, e più nota, obiezione di Gaunilone, quella dell’isola felice. Come vedremo dal prossimo post, Gaunilone mostrerà ad Anselmo che la sua dimostrazione gli si potrebbe rivoltare contro, dimostrando l’esistenza cogente di cose non esistenti.
La contro risposta di Anselmo sarà altrettanto sottile: ma di questo parleremo più avanti.