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Anselmo VS Gaunilone: l’isola felice porta a Dio

Anselmo VS Gaunilone: l’isola felice porta a Dio

Feb 14

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Ricapitoliamo: Gaunilone pensa di confutare la prova ontologica di Anselmo dimostrando come si applichi a qualsiasi cosa. Ma Anselmo controbatte rilevando non solo la vaghezza del concetto di “isola” ma anche come questa vaghezza porti indirettamente ad avvalorare la dimostrazione dell’esistenza di Dio. Vediamo come.

Abbiamo detto che, non essendo possibile delimitare il concetto di isola felice, ovvero di isola di cui non se ne può pensare nessuna di migliore, ad essa possono essere attribuite numerose proprietà, in senso non solo quantitativo ma anche qualitativo.

Cioè dell’isola felice possiamo dire che non è erosa dalle intemperie, che si autoalimenta, che è intelligente…e potremmo aumentare via via queste qualità affermando che è del tutto non erosa dalle intemperie, completamente autonoma, intelligente al grado massimo, insomma portando al limite i suoi attributi.

Ma allora, ribatte Anselmo, non arriviamo forse a definire un ente incorruttibile, completamente autonomo, di suprema intelligenza, ovvero non arriviamo a dimostrare l’esistenza di Dio?

Per Anselmo quindi l’assenza di un limite nella concepibilità di un’isola di cui non se ne può pensare nessuna di migliore sarebbe un altro modo per arrivare a dimostrare l’esistenza di Dio: ed è chiaro allora che anche le altre applicazioni della prova ontologica non portano che a questo.

Sembra quindi che con questa seconda contro obiezione a Gaunilone, Anselmo abbia chiuso la questione: ma è proprio così? Nel prossimo post riassumeremo la prova ontologica, ne vedremo i limiti e come essi conducando verso la possibilità di un’altra dimostrazione.


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