Temi e protagonisti della filosofia

Filosofia sì, filosofia no. Alcune obiezioni

Filosofia sì, filosofia no. Alcune obiezioni

Apr 08

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Ripercorriamo in breve quanto scritto. Partendo dalla domanda su chi siano i filosofi, abbiamo indagato che cosa caratterizzi quella particolare attività che è la filosofia. Ricorrendo alla storia della filosofia, abbiamo individuato le tre condizioni necessarie per filosofare, nessuna delle quali da sola è condizione sufficiente: porre domande fondamentali, fornire risposte, argomentare a favore o contro queste risposte. Dunque abbiamo chiarito che la filosofia è un’attività razionale.

Ora, a ben guardare, notiamo che il nostro intero ragionamento muove da un preciso presupposto: l’idea che esista un qualcosa, tale che questo qualcosa sia la filosofia. Non avremmo cercato la filosofia, infatti, se non l’avessimo presupposta esistente. Eppure questa premessa, che postula l’esistenza della filosofia, è tutt’altro che pacificamente condivisa.

Davvero esiste la filosofia? Il dubbio può essere sollevato per almeno due ragioni. Ciascuna di esse costituisce un’obiezione che può essere mossa al nostro intero ragionamento. Di conseguenza, esistono almeno due obiezioni capaci d’inficiare quanto sostenuto finora. Vediamo quali sono le ragioni per avanzare il sospetto e le obiezioni che ne discendono.

È ragionevole dubitare dell’esistenza della filosofia perché:

1. Abbiamo sempre a che fare non con “la” filosofia ma con “tante” filosofie, da almeno due punti di vista.

  • Dal punto di vista formale, non si trova un solo modo per esprimere contenuti filosofici. Esistono invece molti stili e molti modi differenti per fare filosofia. Lo stile filosofico, per esempio, di Tommaso d’Aquino è ben diverso da quello di Spinoza, che a sua volta differisce da quello di Nietzsche, e così via. Certi filosofi abbracciano il rigore scientifico-matematico, mentre altri la critica storico-letteraria. La maggior parte ha scritto le proprie riflessioni, mentre alcuni non hanno lasciato testi.
  • Dal punto di vista contenutistico, non si trova una filosofia “pura”, separata e distinta dalle sue applicazioni particolari. Difatti, si parla di filosofia dell’arte o del diritto, di filosofia della scienza o della religione, di filosofia della morale o della politica – insomma di filosofie “applicate” a un ambito specifico, ma mai di una filosofia come sapere che trascende l’oggetto o il campo d’indagine cui si rivolge.

2. È diffuso il sospetto che la filosofia “in sé” o “come tale” non esista più. Sarebbe una marca del pensiero contemporaneo, infatti, aver mostrato o dichiarato la fine della filosofia, avendone assunto l’esaurimento come ipotesi programmatica o dato di fatto, come opportunità positiva o pericolo incombente. La presunta “morte” della filosofia, comunque sia avvenuta e comunque sia stata accolta (con canti di festa o con lamentazioni, non importa), impedirebbe di considerare la filosofia come un che di attuale. Se fosse così, non si potrebbe più fare filosofia, ma soltanto storia della filosofia, anzi archeologia filosofica.

Osserviamo, anzitutto, che ciascun punto della prima obiezione deriva dalla constatazione di dati di fatto. È più o meno evidente, ma difficilmente contestabile, l’esistenza di molti stili filosofici e molte pratiche di scrittura filosofiche, molti atteggiamenti e molti approcci, oltre che numerose possibilità applicative della filosofia nei campi più disparati. La seconda obiezione implica l’assunzione di una precisa prospettiva teorica nei confronti della filosofia.

Inoltre, si potrebbe osservare che le due obiezioni sono correlate. La prima, infatti, potrebbe essere una conseguenza della seconda: non esisterebbe la filosofia, ma tante filosofie, perché la filosofia non esiste più in senso unitario. Così, la molteplicità di filosofie esistenti risulterebbe da una “frammentazione” della filosofia, avvenuta per cause o ragioni da chiarire. Comunque sia, si può avanzare ciascuna obiezione indipendentemente dall’altra – ed ecco perché meritano risposte separate.

Se la prima obiezione fosse valida, non esisterebbe alcuna accezione unica per intendere la filosofia; dunque finora il sottoscritto avrebbe perso tempo a scrivere, e voi a leggere. Se la seconda obiezione fosse valida, la filosofia non esisterebbe (più), punto e basta; pertanto Filosofia Blog non avrebbe significato perché sarebbe un blog… su nulla! Entrambi i casi sembrano piuttosto spiacevoli, per noi che scriviamo e per voi che leggete. Ma non temete! Presto vedremo che queste obiezioni (forse) non sono convincenti come appaiono. Perciò continuate a seguirci, e scoprirete – speriamo – che ne sarà valsa la pena.

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