Temi e protagonisti della filosofia

La matematica tra storie di vita e filosofia

La matematica tra storie di vita e filosofia

Giu 25

 

Raccontare vite e concetti della matematica

Dispongo di una meravigliosa dimostrazione di questo teorema, che non può essere contenuta nel margine stretto della pagina.

Era il 1637 quando Pierre de Fermat, ai margini di una copia dell’Arithmetica di Diofanto, formulò l’enunciato che porta il nome di Teorema di Fermat, o più correttamente ultima congettura di Fermat, dato che la dimostrazione del teorema arrivò parecchi secoli dopo, a metà degli anni Novanta ad opera di Andrew Wiles, che utilizzò elementi di matematica moderna.

Al teorema di Fermat è dedicato il primo di una serie di volumi centrati sugli intrecci tra antico e moderno, tra scienza e filosofia – volumi che compongono La Matematica come un romanzo, la nuova collana del Corriere della Sera che propone al lettore un viaggio affascinante alla scoperta dei grandi concetti del mondo matematico, dei pensatori geniali che li hanno elaborati e indagati, e delle scoperte scientifiche che hanno segnato la storia dell’umanità.

L’opera è composta da 24 volumi, ciascuno al prezzo di € 7,90 più il costo del quotidiano, in edicola ogni settimana a partire dal 18 giugno (maggiori informazioni sul minisito dedicato alla collana: http://goo.gl/iYo9uo e scaricando il piano completo dell’opera). Ogni volume affronta i problemi della matematica con uno stile divulgativo, pienamente accessibile ai non addetti all’ambito. Dalla teoria del caos al calcolo infinitesimale, un viaggio attraverso dimostrazioni matematiche impossibili e magnifiche ossessioni umane, come quella che accompagnò nella sua vita Wiles, che scriveva:

Da quando l’ho conosciuto per la prima volta da bambino, l’ultimo teorema di Fermat è stata la mia grande passione.

E ancora, nella collana sono narrati teoremi e problemi che hanno intrecciato nel corso dei secoli i concetti astratti di matematica e filosofia con le vite concrete di uomini, che si sono spinti dai fondamenti del pensiero fino ai suoi limiti. E se nella scienza moderna matematica e filosofia s’incontrano e collaborano, perché ciò non potrebbe avvenire anche tra scienza e altre discipline, come la psicologia? È questo il filo conduttore del secondo volume della collana, L’equazione dell’anima di Arthur Miller, in edicola dal 25 giugno, che si chiede:

Può dunque esserci predicibilità, cioè causalità, nella meccanica quantistica?

Proprio a partire da questa domanda Miller indaga la connessione tra fisica e psicologia, attraverso l’incontro tra due illustri rappresentanti delle discipline, Wolfgang Pauli e Carl Jung, le cui biografie fungono da ponte tra ragione e misticismo, tra materia e spirito. Lo stesso Pauli ebbe a dire:

Non credo nella possibilità che ci sia un futuro per il misticismo nella sua vecchia forma. Credo però che le scienze naturali daranno vita dal proprio interno a un polo antagonista tra i loro seguaci, e che esso si collegherà ai vecchi elementi mistici.

Ecco allora che l’intersezione tra discipline, epoche, concetti e vite si articola in maniera armoniosa. In particolare, l’intreccio tra matematica, filosofia e scienza non sembra essere casuale né estrinseco, ma forse svela qualcosa della loro stessa natura.

 

Matematica, filosofia, scienza

Gli scambi di idee e metodi tra matematica e filosofia sono stati intensi sin dai tempi di Pitagora e Platone; in particolare nel pensiero di questi due filosofi sembra che le due abbiano raggiunto, almeno programmaticamente, il punto massimo di integrazione.

Ma il dialogo tra queste “sorelle pure”, benché inframmezzato da bisticci e incomprensioni, è sempre servito ad entrambe: la matematica cerca nella filosofia metodi inferenziali che rendano il più universali e sovrastorici possibile i suoi guadagni; la filosofia invece guarda alla matematica sia rispetto al contenuto (ponendosi quesiti stimolanti come: che cosa sono numeri e figure? sono astrazioni di certe caratteristiche degli stimoli sensoriali o popolano un regno ontologicamente separato?) sia rispetto alla forma, alla ricerca di un metodo sempre più rigoroso con cui presentare i suoi argomenti (come nei sistemi di Proclo e Spinoza).

È quindi evidente che il luogo d’incontro delle due è la logica. Ma c’è una sorella minore, apparentemente meno nobile perché indugia nelle “bassure dell’esperienza”, che cerca dalle due sorelle maggiori appigli per non rimanervi impantanata: è la scienza naturale. In effetti, nell’età moderna abbiamo assistito al miracolo di una sorta di “platonismo immanente” in cui le strutture indagate dalla matematica riescono a formalizzare in leggi ed equazioni gli aspetti quantitativi della nostra esperienza, altrimenti ingestibile, data la sua immensa ricchezza.

Nella scienza moderna, come ha mostrato stupendamente Kant, elementi categoriali come sostanza e causa, di tradizionale pertinenza della filosofia, ed elementi matematici cooperano armoniosamente per fornirci il quadro di una realtà che non subiamo più passivamente, ignari dei meccanismi causali che la governano, ma su cui interveniamo attivamente attraverso procedure come quelle della medicina e dell’ingegneria, le quali ci permettono di migliorare la nostra vita dandoci sollievo dall’assillo dei bisogni e delle malattie.

E tu, che cosa ne pensi dell’intreccio tra matematica, scienza e filosofia?


Ti è piaciuto il post? Dona a Filosofia Blog!

Cliccando sul pulsante qui sotto puoi donare a Filosofia Blog una piccola cifra, anche solo 2 euro, pagando in modo sicuro e senza commissioni. Così facendo contribuirai a mantenere i costi vivi di Filosofia Blog. Il servizio di donazioni si appoggia sul circuito il più diffuso e sicuro metodo di pagamento online, usato da più di 150 milioni di persone. Per poter effettuare la donazione non è necessario avere un account Paypal, basta avere una qualsiasi carta di credito o Postepay. Grazie!

Leave a Reply