Temi e protagonisti della filosofia

Filosofia in viaggio. Un’occasione per il pensiero (4)

Filosofia in viaggio. Un’occasione per il pensiero (4)

Nov 05

 

 

Articolo precedente: Filosofia in viaggio. Un’occasione per il pensiero (3)

 

4. Il viaggio come esperienza estetica in movimento

 

Devo ammettere che ho avuto qualche dubbio sulla definizione da assegnare all’ultima direttrice su cui si muovono le presenti considerazioni.

Innanzitutto, perché parlare di un’esperienza in movimento e non di un’esperienza del movimento? È risaputo che, viaggiando, non si impara solamente ad osservare e riconoscere oggetti mentre ci si sposta da un luogo all’altro, ma si apprendono anche e soprattutto i modi più produttivi del muoversi stesso.

D’altronde, quando ci si avventura nel vasto campo dell’estetica, diversamente da quanto avviene in altri sottoinsiemi filosofici, si ha l’impressione di non avere a che fare esclusivamente con categorie rigide e concetti predefiniti, ma c’è, da qualche tempo, la consapevolezza di poter rivolgere il proprio occhio critico ad esperienze dinamiche.

Nel momento in cui alle arti figurative tradizionali (pittura, scultura, architettura) è stato affiancato un altro tipo di arte ‒ un’arte che mette in gioco immagini in successione, suoni, gesti e corpi ‒, il movimento è divenuto uno dei protagonisti anche dell’estetica contemporanea. Penso soprattutto all’enorme contributo dato dalle speculazioni teoriche sul cinema, sulla musica pop, sulla danza e, in anni recentissimi, sull’impatto delle nuove tecnologie e dei contenuti multimediali che queste diffondono grazie ad Internet.

In questo senso, è possibile considerare l’esperienza del viaggio alla stessa maniera delle arti dinamiche? In realtà, io credo che il viaggio sia qualcosa di più, che comprende, tra le tante esperienze, anche quella dell’arte e, nello specifico, dell’arte in movimento.
Il viaggio ha un valore trascendentale, perché è condizione di possibilità di ogni esperienza estetica: dalla percezione dei dati sensibili provenienti dal mondo naturale a quella complessa e stratificata dimensione che è l’immaginazione, dall’irripetibile impatto con l’opera d’arte alla produzione di un giudizio che metta ordine alle impressioni.

Raccogliendole tutte al proprio interno, il viaggio intrattiene un rapporto di iperonimia con le diverse esperienze sensibili.
È esperienza in moto, perché non v’è conoscenza senza trasferimento da uno stato ad un altro, da una posizione ad un’altra. È esperienza del moto, perché oltre alla conoscenza esterna di ciò che ogni angolo di realtà offre v’è anche l’apprendimento delle dinamiche interne al viaggiare stesso.

Nella sua inconfutabile complessità, il viaggio mette in gioco tutte le facoltà del soggetto, le anima e le spinge ad operare con efficacia e costanza.
Un panorama suggestivo può indubbiamente stimolare la nostra sensibilità, ma il suo impatto non si esaurisce così. Immediatamente, l’immaginazione si attiva e chi osserva ha l’occasione per raffigurarsi, nella propria mente, una storia. Il ragionamento che ne segue si innesca dalla ricerca delle cause e porta a domandarci attraverso quali trasformazioni l’oggetto della nostra attenzione sia dovuto passare, nel tempo, per presentarsi in quel modo così unico e irripetibile. Infine, il resoconto che, al termine dell’esperienza, siamo quasi costretti ad elaborare non può che essere il prodotto di uno sforzo congiunto di ragione e sentimento. Ciò che muove la necessità di un giudizio è, in prima battuta, l’esigenza di esprimere verbalmente il sentimento, cercando, ove possibile, di non ridurre l’impatto emotivo ad una semplice successione di aneddoti e cliché narrativi.

Vita e viaggio, dunque. Condizioni necessarie e sufficienti per ritornare ad essere davvero umani. A guardare con curiosità i dettagli di un microcosmo diverso dal nostro. Solo così il concetto di tolleranza può diventare obsoleto, giacché la diversità non si tollera ma si accoglie come caratteristica fondamentale della nostra specie.

 

Riferimenti bibliografici

 

La stesura di questo scritto mi è stata resa possibile grazie a recenti esperienze di viaggio e ad interessanti letture che mi hanno introdotto al vasto corpus della narrativa di viaggio.

Tra queste, mi preme ricordare soprattutto:

  • BRYSON B., In un paese bruciato dal sole. L’Australia, 2000, Tea, Milano 2016
  • MAGRIS C., L’infinito viaggiare, 2005, Mondadori, Milano 2016

Ed una straordinaria raccolta di vite e racconti, che accompagna da anni le mie riflessioni:

  • WOLFE T., Dalla morte al mattino, 1935, Edizioni SE, Milano 1988

 

Articolo iniziale: Filosofia in viaggio. Un’occasione per il pensiero (1)

 

 


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