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Filosofia in viaggio. Un’occasione per il pensiero (2)

Filosofia in viaggio. Un’occasione per il pensiero (2)

Ott 22

 

 

Articolo precedente: Filosofia in viaggio. Un’occasione per il pensiero (1)

 

2. Il viaggio come universale metafora del vivere

 

Partiamo da una classica distinzione, ricorrente in quella grammatica, piena di categorie e regole, che ci veniva insegnata alle scuole medie.
Prendete queste due frasi:

  1. La vita è come un viaggio.
  2. La vita è un viaggio.

Credo che ogni manuale scolastico sia concorde nel separare le due figure retoriche contenute nelle due frasi: la prima, introdotta dal “come”, è una similitudine; la seconda, invece, è una metafora.

Ora, prendete questa distinzione e dimenticatela.
Similitudine e metafora, almeno a livello teorico, sono due volti della stessa medaglia, due diverse testimonianze di una medesima predisposizione mentale: la tendenza ad associare, in maniera inconsueta e originale, due concetti differenti e, in questo caso, solo apparentemente distanti.

Viaggio come metafora del vivere, s’è detto, ma un’associazione metaforica tanto consolidata non può semplicemente esaurirsi nella limitata gamma di funzioni e significati aperti dalla figura retorica in questione.
Lucide riflessioni e faticose esperienze hanno portato, ai nostri occhi, la consapevolezza che non solo tale associazione si applica ad ogni uomo su questo pianeta, ma anche che la libera interpretazione di carattere metaforico può ben presto lasciare spazio all’oggettività di un’equivalenza matematica.

In altri termini, vita e viaggio non sono solo due concetti associati per affinità, ma sono propriamente la stessa cosa. La vita è un viaggio, perché porta da un punto A (la nascita) ad un punto B (la morte) attraverso una serie di peripezie, esperienze e conoscenze. Il primo giorno di scuola, il primo bacio, la laurea, l’addio alla casa dei genitori, il matrimonio, tutti punti di un tracciato mai lineare, fatto di alti e bassi, di soddisfazioni e di delusioni, a formare un equilibrio regolato da leggi e forze pressoché sconosciute.

È un discorso che può risultare fin troppo immediato, forse banale, ma che mi preme approfondire, dal momento che l’uomo, contrariamente a quanto detto da qualche autore incline alla pura retorica, non vive per viaggiare né viaggia per vivere.
Ogni uomo, mentre vive, viaggia. Nel tempo e nello spazio. La vita non è semplicemente un tipo di viaggio, o, ancora, il viaggio per antonomasia. Vita e viaggio sono una cosa sola, equivalenti e sinonimi.

Pertanto, potremmo essere nella giusta direzione quando consideriamo il viaggiare come una norma universale che non solo regola, ma che propriamente definisce la vita stessa.
L’essenza – ousìa – del vivere riposa nel viaggio. È questo ciò che rende la vita quello che è: non mera esistenza ma conoscenza, esperienza e volontà.

 

Articolo seguente: Filosofia in viaggio. Un’occasione per il pensiero (3)

 

 


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