Canone e stili filosofici
Canone e stili filosofici
Apr 15[ad#Ret Big]
Abbiamo constatato l’esistenza di una molteplicità di filosofie, che dipende da almeno due fattori: sia dallo stile adottato, sia dai contenuti trattati. Questa asserzione sembra difficile da smentire; ma allora come affermare l’esistenza della filosofia senza contraddirsi? Il problema nasce da un fraintendimento, che può essere dissipato introducendo alcune distinzioni.
Per ribattere alla prima ragione a sostegno della prima obiezione (1.a.), può essere d’aiuto distinguere tra “canone” e “stile”.
- In generale, il canone di una disciplina è cosa diversa dallo stile. Il canone è il criterio normativo della disciplina; lo stile è il modo mediante il quale si attua il canone. Così, molteplici stili possono adattarsi a un unico canone; viceversa, canoni differenti possono essere messi in atto da uno stesso stile. Poste queste distinzioni, allora da una pluralità di stili non segue una pluralità di canoni.
- Nel caso della filosofia, il canone è costituito da problemi fondamentali, proposte teoriche di soluzione, e argomentazioni per giustificare le soluzioni. Lo stile filosofico, invece, è la “veste” letteraria con la quale i filosofi espongono soluzioni e giustificazioni: alcuni prediligono il dialogo e altri il sistema, certi ricorrono all’aforisma e altri alla narrazione, qualcuno argomenta scrivendo saggi e qualcuno pagine di diario o epistole (1). Tuttavia, per quanto detto nel punto precedente, l’esistenza di molti stili filosofici non dovrebbe trarre in inganno, poiché non contraddice l’unicità del canone filosofico. Quest’ultimo permette di distinguere la filosofia dalle altre discipline, mentre lo stile può differenziare un filosofo (o un testo filosofico) dall’altro, che però rimangono filosofi (o testi filosofici) finché si attengono al canone proprio della filosofia.
- Qualcuno potrebbe avanzare un dubbio: «Talvolta, a una prima occhiata delle loro opere, sembra che certi pensatori, tradizionalmente considerati filosofi, non lo siano affatto, perché il loro stile occulta l’argomentazione, anziché renderla evidente. Dunque sarebbe falso sostenere che lo stile non influisca sul canone». Questa, però, è una conclusione affrettata.
- Senza dubbio, talvolta capita che il particolare stile adottato nasconda l’argomentazione, ma ciò non significa che esso la annulli. In questi casi, è utile parafrasare il testo. Solo quando nemmeno la parafrasi abbia rilevato un’argomentazione, è ragionevole sostenere che (forse) non siamo in presenza di un testo filosofico. Ma non dobbiamo attenderci che l’argomentazione sia sempre manifesta, né che esplicitare il pensiero di un filosofo sia un’operazione agevole.
(1) Questi aspetti sono stati evidenziati, tra gli altri, da G. Boniolo nell’articolo Quattro questioni per ridiscutere di filosofia (2002, pp. 4-7).
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