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Hölderlin, Giudizio ed essere

Hölderlin, Giudizio ed essere

Giu 30

Giudizio. Nel senso più alto e più stretto è la separazione (Trennung) originaria dell’oggetto e del soggetto intimamente unificati nell’intuizione intellettuale, quella separazione attraverso cui soltanto divengono possibili oggetto e soggetto, l’originaria partizione (Ur-Teilung). Nel concetto della partizione giace già il concetto del rapporto reciproco dell’oggetto e del soggetto fronteggiantisi e la necessaria presupposizione d’un intero le cui parti sono oggetto e soggetto. «Io sono io» è l’esempio più calzante per questo concetto della partizione originaria in quanto partizione originaria teoretica, poiché nella partizione originaria pratica l’io si oppone al non-io, non a se stesso.

Come coscienza mediata ed immediata, realtà (Wirklichkeit) e possibilità sono distinte (unterschieden). Se io penso un oggetto (Gegenstand) come possible, allora riproduco (wiederhol) soltanto la coscienza precedente in virtù di cui esso era reale. Non si dà per noi alcuna possibilità pensabile che non fosse realtà. Perciò per gli oggetti della ragione non vale affatto anche il concetto della possibilità, giacché non pervengono mai alla coscienza come ciò che devono essere, ma vale solo il concetto della necessità. Il concetto della possibilità vale per gli oggetti dell’intelletto, quello della realtà per gli oggetti della percezione e dell’intuizione.

 

Essere. Esprime il legame (Verbindung) di soggetto ed oggetto.

Laddove soggetto ed oggetto sono assolutamente (schlechtim), non solo in parte, unificati, cosicché non può essere prodotta alcuna partizione senza violare l’essenza di quel che dev’essere separato, qui ed in nessun altro luogo il discorso può parlare di un essere assoluto, come nel caso dell’intuizione intellettuale.

Ma questo essere non dev’essere confuso con l’identità. Se io dico: io sono io, allora il soggetto (io) e l’oggetto (io) non sono unificati in modo che nessuna separazione possa essere effettuata senza violare l’essenza di quello che dev’essere separato; al contrario l’io è possibile solo attraverso questa separazione dell’io dall’io. Come posso dire: Io!, senza autocoscienza? Ma come è possibile l’autocoscienza? Attraverso questo: perché mi contrappongo a me stesso, mi separo da me stesso, ma a dispetto di questa separazione mi conosco come lo stesso nell’opposto. Ma in che senso come lo stesso? Posso, devo domandarmelo, poiché esso è contrapposto a sé da un altro punto di vista. Sicché l’identità non è una unificazione di oggetto e soggetto che abbia luogo assolutamente, sicché l’identità non è = all’essere assoluto.


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