Emanazione e Trinità. Analisi dell’esegesi eckhartiana di Genesi 1.1 (4)
Emanazione e Trinità. Analisi dell’esegesi eckhartiana di Genesi 1.1 (4)
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3. Esegesi eckhartiana di Genesi 1.1
3.2. Emanazione e Trinità
Aut. I. «In principio Dio creò il cielo e la terra». Viene spiegato simbolicamente, ovvero in forma di parabola, per quanto riguarda le realtà divine e quelle naturali, in sette modi di esposizione [1].
Così afferma Eckhart nell’Indice al Liber. In questo luogo scandaglieremo parte della sua esegesi per quanto riguarda il primo dei sette modi di esposizione del versetto in esame.
Nel primo modo trovi quattro punti. Il primo: come l’emanazione del Figlio e dello Spirito Santo dal Padre permane entro l’Uno, non esce dall’Uno né è caduta dall’Uno; e perciò «questi tre sono Uno» [2]. Inoltre come questa emanazione non sia un fare o creare, per cui ciò che procede non è fatto o creato [3].
Soffermiamoci ora sulle due parole «In principio», che per Eckhart si riferiscono al processo intertrinitario, fondamento di quel «creavit» che si riferisce invece alla creazione. La dinamica intertrinitaria evocata da «questi tre sono Uno», versetto giovanneo, rappresenta tuttavia il caso particolare
di una concezione metafisica secondo cui la molteplicità ha il suo fondamento superiore e ultimo nella semplicità della prima causa, che solamente è necessaria e di per sé sufficiente [4],
quel «In principio» di cui sopra, l’Uno dal quale emanano Figlio e Spirito Santo, che però vi permangono, non escono dall’Uno né cadono da esso, e perciò costituiscono un’unica sostanza. Nel Capitolo I del Liber Eckhart spiega così questo passaggio:
[…] queste parole alludono, nel profondo, innanzitutto alla produzione ovvero all’emanazione eterna del Figlio e dello Spirito Santo dal Padre […] In natura, in ogni produzione diretta al di fuori dal produttore e che proviene da un qualche non-ente, rivolta a un qualche ente, il principio di tale produzione ne è essenzialmente la causa [5],
secondo un principio aristotelico rinvenibile nella Metafisica. Dunque, inferisce Eckhart, il prodotto che ne risulta avrà lo “statuto” di creatura. Tuttavia, per quanto riguarda la Trinità questa definizione non può essere applicata, poiché la dinamica creaturale le è estranea. Le appartiene una dinamica diversa, una dinamica di tipo emanativo. Dice Eckhart:
Non essendo ogni produzione, ovvero emanazione in Dio, rivolta all’esterno e neppure proveniente dal non-ente ossia dal nulla, e nemmeno conducente a un ente determinato, il prodotto non ha essenza di fatto né di creato né di effetto, e il produttore non ha nome o essenza di creatore, né di causa, e il prodotto non è altro o al di fuori del produttore, bensì una cosa sola con esso, come dice Gv 14,11: «Io nel Padre e il Padre in me»; e Gv 10,30: «Io e il Padre siamo una cosa sola». Infatti in Dio il Figlio e lo Spirito Santo non derivano dal nulla, ma «Dio da Dio» e «luce da luce», «un’unica luce, un unico Dio» [6] insieme al Padre; 1 Gv 5,7: «questi tre sono Uno». Questo è dunque il senso della frase: «Dio creò il cielo e la terra». Infatti la creazione è produzione dal nulla, il cielo e la terra sono enti determinati, mentre il Figlio e lo Spirito Santo, come si è detto, non sono enti determinati, bensì l’essere in assoluto, pieno e totale, e non derivano dal nulla [7].
In questa parte, possiamo notare che Eckhart distingue tra la vita interiore della Trinità e la dinamica della creazione [8].
3.3. Perché Dio è Uno
Secondo punto che il magister domenicano passa a trattare nella sua esegesi del primo versetto del Genesi è come e perché Dio sia Uno, sostenendo:
In natura ciò che è primo in qualsiasi genere è sempre uno [9]. Perciò il primo di tutti in generale è perfettamente uno «in assoluta semplicità» [10] […] e, quasi ad aggiungere la ragione dell’unità di Dio e del suo operare, premette «in principio». Infatti, per il fatto stesso che Dio è principio in assoluto, è Dio ed è Uno, e di conseguenza la sua opera è una, in quanto in e da lui stesso [11].
Note
[1] Indice delle autorità del Libro delle Parabole della Genesi, in Liber Parabolarum Genesis, op. cit., p. 431.
[2] Cfr. 1 Gv 5,8.
[3] Indice, p. 431.
[4] Beccarisi A., op. Cit., p. 182.
[5] Capitolo I, 8-9, Liber Parabolarum Genesis, op. cit., p. 457.
[6] Cfr. Agostino, De Trinitate VIII c.3 n.4. Pietro Lombardo, Sent. I d. 5 c.1 n.60, cit. in ibidem.
[7] Capitolo I, 9-10, Liber Parabolarum Genesis, op. cit., pp. 457-59.
[8] Cfr. D. F. Duclow, Meister Eckhart’s Latin Biblical Exegesis, in op. cit., p. 331.
[9] Cfr. Aristotele, Met. X t. 2.3 (I c.1 1052 b 18.31), cit. in Liber Parabolarum Genesis, pp. 457-59.
[10] Cfr. Maimonide, Dux neutrorum I c.59, cit. in Ivi.
[11] Capitolo I, 10-11, Liber Parabolarum Genesis, op. cit., p. 458.
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