Tipi di termini
Tipi di termini
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‘Termine’ è un vocabolo il cui significato è vario e mutevole. Se ne fa uso in molte discipline: dalla logica alla grammatica, dalla filosofia alla linguistica fino alla matematica. In particolare, possiamo intendere con ‘termine’ ogni singolo elemento d’espressione di un enunciato. (In questo caso, lo consideriamo sinonimo di ‘parola’ o ‘vocabolo’.) Tutti gli enunciati sono composti da termini. Per esempio, l’enunciato ‘Il cane pisola nella cuccia’ è costituito dai termini ‘il’, ‘cane’, ‘pisola’, ‘nella’ e ‘cuccia’.
Due tipi di termini
Se analizziamo gli enunciati, notiamo che possiamo distinguere almeno due tipi di termini. Alcuni termini sono dotati di significato: ‘cane’, ‘pisola’, ‘cuccia’, ‘Roberta’, ‘altezza’, ‘verde’ e così via. Altri termini, invece, non hanno un significato proprio, ma lo acquistano nel senso della frase: ‘il’, ‘nella’, ‘per’, ‘non’, ‘e’, ‘con’ e molti ancora. Fin dal Medioevo, logici e grammatici hanno chiamato questi due tipi di termini con nomi diversi:
- termini categorematici: sono i termini significanti per se stessi, ossia bastano per denotare qualcosa. In particolare, da un punto di vista grammaticale, i termini categorematici sono i sostantivi, i verbi e gli aggettivi. Da un punto di vista logico, sono i soggetti, i predicati e gli attributi. Anche gli enunciati possono rientrare nella categoria dei termini. Per esempio, ricordando la differenza tra uso e menzione, quando affermo: «‘Il cane gioca con la ciotola’ è una frase in lingua italiana», sto usando ‘il cane gioca con la ciotola’ come soggetto di un enunciato;
- termini sincategorematici: sono i termini che non hanno significato proprio, ma che lo acquistano solo unendosi ad altre espressioni – in particolare ai termini categorematici – seguendo le regole sintattiche del linguaggio in questione. Tra i termini sincategorematici rientrano, per esempio, gli articoli, le preposizioni e i pronomi. Da un punto di vista logico, sono sincategorematici i connettivi (e, o, se… allora, ecc.) e i quantificatori (tutti, nessuno, ogni, qualche, ecc.). Pertanto si tratta di termini importanti, perché mostrano la struttura dell’enunciato.
Termini e concetti
I termini categorematici esprimono concetti. Un termine può esprimere un solo concetto: per esempio, il termine ‘cane’ esprime il concetto di cane, il termine ‘cuccia’ esprime il concetto di cuccia, e così via. D’altra parte, un concetto può essere espresso da più termini, ossia mediante la combinazione di termini categorematici e sincategorematici: per esempio, ‘tutti i cani dal pelo fulvo’ esprime un concetto, ‘alcuni cani che abbaiano’ ne esprime un altro, e così via.
Rilevanza filosofica dei termini
Esiste almeno una buona ragione per considerare i termini in filosofia. Occuparsene significa prendere in esame alcuni elementi attraverso cui l’attività filosofica si esprime. Da un lato, essa, in quanto argomentazione, utilizza – e si occupa di – ragionamenti, in particolare argomenti. Ogni ragionamento è costituito da enunciati, i quali a loro volta sono particolari combinazioni di termini. Da un altro lato, i termini veicolano concetti; e i concetti sono proprio ciò che i filosofi “maneggiano” nella loro attività: esplicandoli, analizzandoli, delimitandoli, costruendoli, smontandoli… Forse esistono concetti inespressi; tuttavia i termini sembrano un mezzo – magari privilegiato – per esprimerli.