Il paradosso di Moore (1)
Il paradosso di Moore (1)
Lug 15[ad#Ret Big]
Introduzione
«Non è vero ma ci credo!» Così s’intitola una delle più note commedie teatrali di Peppino De Filippo. Chissà se il famoso commediografo napoletano, con questo titolo, sapeva di aver messo in scena uno dei maggiori problemi della filosofia del linguaggio… Il problema riguarda la presunta incoerenza di certe asserzioni, espresse in prima persona e al tempo presente – asserzioni come queste:
- Elvis è morto ma non credo che sia morto
- L’acqua è H2O ma credo che non lo sia
Qualcosa suona bizzarro, in simili affermazioni; ma che cosa? Sembra assurdo asserire qualcosa e, contemporaneamente, affermare di non crederci. Di tale apparente assurdità trattò G.E. Moore in un corso tenuto a Londra nell’inverno 1910-1911. In seguito, L. Wittgenstein riconsiderò il problema nelle Ricerche filosofiche (1953), nominandolo “paradosso di Moore”. Con questo nome il problema è entrato nella letteratura filosofica.
Enunciati di credenza
Il paradosso di Moore riguarda gli enunciati di credenza, ossia una sottoclasse dei cosiddetti enunciati d’atteggiamento proposizionale. Per capire in che cosa consista il paradosso, partiamo proprio dagli enunciati di credenza. La loro forma generale è la seguente:
x C p
che in forma negativa diventa:
x ¬C p
x C ¬p
dove x è un qualunque soggetto, C è un atteggiamento di credenza e p esprime una proposizione qualsiasi. Ad esempio, detto p l’enunciato ‘Bruce Wayne è Batman’, i seguenti enunciati sono veri:
- Alfred crede che Bruce Wayne sia Batman
- Joker non crede che Bruce Wayne sia Batman
- Duefacce crede che Bruce Wayne non sia Batman
Difatti, Alfred, il maggiordomo di Bruce Wayne, crede davvero che il suo padrone sia il giustiziere mascherato di Gotham City. Al contrario, Joker e Duefacce, arcinemici di Batman, non sospettano minimamente chi nasconda la maschera dell’uomo pipistrello. Se invece consideriamo gli enunciati:
- Joker crede che Bruce Wayne sia Batman
- Alfred non crede che Bruce Wayne sia Batman
notiamo che sono entrambi falsi. Difatti, Joker non crede ciò che si afferma che egli creda, mentre Alfred crede ciò che si nega che egli creda. Fin qui, la faccenda sembra abbastanza chiara – in realtà, gli enunciati di credenza aprono parecchi problemi, ma oggi sorvoliamo. Perciò abbiamo gli strumenti per passare, nel prossimo articolo, a esplicitare il paradosso di Moore.
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