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Linguaggio e comportamenti linguistici: tra intenzionalità e funzionalità sociale (3)

Linguaggio e comportamenti linguistici: tra intenzionalità e funzionalità sociale (3)

Mar 17

 

 

Articolo precedente: Linguaggio e comportamenti linguistici: tra intenzionalità e funzionalità sociale (2)

 
La lingua esiste nella misura in cui coloro che si immergono in un comportamento linguistico la trattano come se esistesse. Un po’ come accadeva col baratto o, adesso, col denaro. Un esempio molto emblematico, posto proprio da Searle, è questo: diamo valore ad una banconota da 100 euro piuttosto che da 20 dollari non perché ci sia un rapporto intrinseco con la cartamoneta piuttosto che con l’inchiostro, ma perché socialmente le abbiamo attribuito valore e ci comportiamo assumendo implicitamente, dopo averne fatto abitudine, che essa abbia valore.

La specie umana ha istituzioni sociali perché è una specie biologicamente predisposta ad averle, ossia a stabilire convenzioni. [9]

Anche Wittgenstein parlerà di “coordinazione sociale”, vediamo in che termini: a proposito della verità o falsità delle proposizioni, egli ritiene che ciò che gli uomini dicono è in se stesso vero o falso, ma ogni asserzione, ogni comportamento, poggia sul terreno linguistico ed il linguaggio poggia sul fatto che gli uomini concordino nell’azione e che siano accomunati dalle medesime certezze. Anche nel nostro autore c’è un ritorno alle regole e all’accordo non contrattuale: certamente una proposizione può essere vera o falsa, ma verità e falsità presuppongono e sono garantite da un accordo intersoggettivo sulle regole e queste sono possibili solo perché vi è una prassi condivisa che viene sorretta da certezze condivise. La concordanza di cui si è detto non concerne le opinioni, in quanto esse si possono avere solo all’interno di un ambito connesso al significato ed il significato implica già che si percorra il sentiero dell’accordo. Dunque, il costituirsi di una prassi condivisa e il farsi avanti di un certo numero di abitudini di comportamento sono la condizione di possibilità del significato; se venisse meno la comunicazione gestuale, o non, alle situazioni concretamente date, verrebbe meno anche l’accordo intersoggettivo e dunque le forme in cui questo si esplicherebbe: i significati.

Vero e falso è ciò che gli uomini dicono; e nel linguaggio gli uomini concordano. E questa non è una concordanza delle opinioni, ma della forma di vita. [10]

 

Note

[9] M. Mazzone, Menti Simboliche, Carocci Editore, 2005, pag. 30.

[10] L. Wittgenstein, Ricerche filosofiche, pag. 241.

 

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