Gli atteggiamenti proposizionali
Gli atteggiamenti proposizionali
Lug 08[ad#Ret Big]
Che cosa sia una proposizione, è una cosa. Il modo in cui noi siamo in relazione con una proposizione è un’altra. La possiamo pensare, credere, sapere, immaginare, volere, sperare…
Gli atteggiamenti proposizionali sono la particolare disposizione mentale di una persona verso una proposizione. Essi sono espressi da verbi, come quelli indicati sopra, all’interno di specifici enunciati. In genere, gli enunciati d’atteggiamento proposizionale esibiscono la seguente forma:
x A p
dove x è il soggetto dell’atteggiamento, A è l’atteggiamento stesso e p è l’enunciato che esprime una proposizione, introdotto dalla congiunzione ‘che’. Dunque le proposizioni sono gli oggetti o i contenuti d’atteggiamento proposizionale (non preoccupiamoci di stabilire che tipo d’entità siano le proposizioni: è un compito arduo). Per esempio, consideriamo l’enunciato:
La Terra è fatta di cioccolato
Una persona può intrattenere diversi atteggiamenti con la proposizione che l’enunciato esprime, per esempio:
- Willy Wonka desidera che la Terra sia fatta di cioccolato
- Willy Wonka teme che la Terra sia fatta di cioccolato
- Willy Wonka dubita che la Terra sia fatta di cioccolato
e così via. Ovviamente, l’enunciato ‘La Terra è fatta di cioccolato’ esprime una proposizione falsa (checché ne pensi Willy Wonka), ma la proposizione che è oggetto o contenuto di un atteggiamento può anche essere vera.
L’espressione ‘atteggiamento proposizionale’ è stata coniata da B. Russell agli inizi del Novecento e poi sedimentata nel lessico filosofico. J. Fodor ne compie un’analisi nell’articolo Propositional Attitudes, «The Monist», 61/4, 1978, pp. 501-523, benché già Aristotele e G. Frege, tra gli altri, si fossero accorti che gli atteggiamenti proposizionali pongono seri problemi di filosofia del linguaggio. Ne vedremo alcuni prossimamente.