Il Regno di Aksum tra Africa e Vicino Oriente: uno sguardo storico su uno dei protagonisti dell’Islam delle origini (3)
Il Regno di Aksum tra Africa e Vicino Oriente: uno sguardo storico su uno dei protagonisti dell’Islam delle origini (3)
Giu 05
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2. Le origini del Regno di Aksum
Per centinaia di anni, da alcuni secoli prima di Cristo fino al VII secolo, che rappresenta per molti analisti l’inizio della curva discendente del declino di Aksum, questo regno è probabilmente uno dei più forti e potenti dell’antichità. L’insigne archeologo/numismatico Stuart C. Munro-Hay nel suo testo del 1991 scriveva:
Nella maggior parte delle recenti storie generali dell’Africa o del mondo romano, Aksum non è affatto menzionata tranne che in brevi riassunti o alcune note tratte da vecchi lavori […] Vale la pena aggiungere che l’Etiopia, e soprattutto l’Etiopia aksumita, è un’entità sfuggente, e non posso sperare di avere sempre optato per una corretta interpretazione in alcuni dei temi più dibattuti della sua storia. Teorie e argomenti che possono sembrare da me tralasciati potrebbero invece rivelarsi di grande importanza per studi futuri. [1]
L’asserzione di Munro-Hay e di altri famosi etiopisti, secondo la quale la storia di Aksum non assume particolare rilevanza per gli storici, è legata all’idea “storica generale” che la cultura etiopica, più che il frutto dei propri autonomi caratteri africani e semitici, sia una cultura scaturita da una civiltà avanzata di origini sud-arabiche. Sebbene ci siano evidenti relazioni tra l’antica Etiopia e le civiltà sud-arabiche, quest’idea ha rimosso la cultura etiopica dalle proprie radici africane e ha prodotto oltretutto un’immagine forzata della storia che potrebbe non corrispondere alla realtà fattuale. Tralasciando le ovvie problematiche che sono insite quando si vuole “scavare” nelle profondità della storia più antica, esistono tuttavia elementi, anche piuttosto recenti, che ci devono indurre a rileggere, o meglio a ridefinire, la storia delle antiche civiltà africane.
In questo senso, risalendo indietro nel tempo, potrebbe essere utile ricordare la connessione tra Egitto ed Etiopia durante il regno pre-sabeo, o citare il ruolo della leggendaria Punt, che la Bibbia menziona come terra di Cam e che si può identificare come appartenente geograficamente alle terre del Corno d’Africa che da Gibuti in Somalia si protendono verso l’Ogaden etiopico.
L’astronomo Al-Batami, che morì nel 929 d.C., prendendo informazioni che risalgono all’epoca tolemaica, menziona Ksumi (Axum) come il paese del Re di Kush (Nallino, 1907, 20:47) e ciò implicherebbe l’azione del regno di Axum sui resti del regno kushita già da diversi secoli prima del Cristo.
Le spedizioni archeologiche condotte dall’italiano Roberto Fattovich (Fattovich 1977, 1978, 1989) hanno individuato elementi nubiani in oggetti in ceramica pre-axumita; inoltre, alcune sculture, gli stessi riti funerari e poi la famosa stele di Aksum [1] che è stata restituita nel 2008 all’Etiopia, indicano elementi che la cultura di Aksum condivide più con l’Egitto e la Nubia che il Sud dell’Arabia.
La distribuzione dei siti archeologi del regno di Aksum suggerisce agli studiosi l’idea che il centro del regno fosse situato nella regione denominata Yeha/Aksum, che si trova a nord dell’Etiopia nel Tigrè, fino a raggiungere il sud dell’Eritrea. Nel sito di Yeha, si trova anche la più antica struttura tuttora esistente dell’Etiopia: le rovine di un edificio provvisto di una torre di fattura probabilmente sabea che fanno parte di un tempio costruito intorno al 700 a.C. A Yeha è stato anche rinvenuto il primo frammento aksumita, datato V secolo a.C., che riporta un’iscrizione dedicata alle dee pagane Astar e Naurau in caratteri sud-arabici. In prossimità delle rovine di Yeha, quasi a testimonianza della sua antichità e importanza, nel VI secolo d.C è stato fondato un monastero etiope ortodosso che esiste ancora oggi.
Note
[1] La traduzione in italiano di questo paragrafo tratto da Munro-Hay 1991 è mia (n.d.A).
[2] La più alta stele (od obelisco) di Aksum raggiunge l’altezza di 33 metri e pesa 700 tonnellate. Non si conoscono obelischi egizi di tale misura e imponenza. Scavata su un unico blocco in pietra, la stele rappresenta una delle più interessanti strutture monolitiche del mondo antico. Doveva essere trasportata da una cava che dista 4 km e fu sollevata gradualmente su una rampa (si pensa con l’aiuto di elefanti), in modo da stare in piedi su una fossa, ma la fossa era troppo piccola e l’obelisco crollò rovinosamente al suolo, spezzandosi. Ancora oggi, dal tempo della caduta della stele, i resti di quest’antico monumento sono rimasti così come erano una volta, a testimonianza dell’umano orgoglio e presunzione (fonte bibliografica della nota: British Museum, The Welth of Africa: The Kingdom of Aksum).
Bibliografia
- Stuart C. Munro-Hay, Aksum: An African Civilisation of late antiquity, 1991;
- Harold G. Marcus, A History of Ethiopia, University of California Press 1994;
- Saheed A. Adejumobi, The History of Ethiopia, Greenwood Press 2007;
- Alessandro Bausi, Numismatica Aksumita: Linguistica e Filologia, Istituto Italiano di Numismatica 2003.
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