La cristologia filosofica di Simone Weil (2)
La cristologia filosofica di Simone Weil (2)
Nov 09Articolo precedente: La cristologia filosofica di Simone Weil (1)
2. L’itinerario spirituale
La vicenda spirituale di Simone è quella di un’autodidatta e passa attraverso la filosofia innanzitutto: è solo studiando i grandi filosofi che Simone è costretta a fare i conti con il problema cristiano. Perciò, da un lato si avvicina al cristianesimo priva di qualsiasi nozione teologica, dall’altro con la consapevolezza che le deriva dalla sua peculiare libertà di giudizio ed onestà intellettuale, unite allo straordinario rilievo che ebbe la sua passione politica [1]:
Ho avuto all’improvviso la certezza che il cristianesimo è per eccellenza la religione degli schiavi, che gli schiavi non possono non aderirvi ed io con loro [2].
Potente fu l’influsso che Simone ricevette dalla bellezza della liturgia. Riferendosi al viaggio in Italia della primavera del 1937, scrive:
mentre ero sola nella piccola cappella romanica del secolo XII di Santa Maria degli Angeli [ad Assisi] […] qualcosa di più forte di me mi ha obbligato, per la prima volta nella mia vita, ad inginocchiarmi [3]
Sempre seguendo la sua testimonianza, Cristo si impadronì di lei mentre stava recitando la poesia Love di Herbert. Simone aveva sentito parlare di cose simili, ma non vi aveva mai creduto, inoltre non conosceva la letteratura mistica, e neppure il nome di Dio le diceva qualcosa. Ma in un momento di intenso dolore fisico, sforzandosi di amare senza però riuscire a dare un nome a questo amore, sentì una presenza più personale, più certa, più reale di quella di un essere umano, l’improvvisa irruzione dell’Assoluto. Da notare che ciò avviene in un momento di dolore fisico: il Cristo si manifesta in quanto Christus patiens, un Cristo che nella passione viene incontro e corrisponde alla sofferenza dell’uomo [4].
Note
[1] Cfr. Vannini M., Simone Weil: l’amore implicito di Cristo, in: Zucal S. (ed), Cristo nella filosofia contemporanea, II. Il Novecento, San Paolo ed. Cinisello Balsamo (Milano) 2002, p. 951.
[2] Weil S., Attesa di Dio, Adelphi, Milano 2008, p. 29.
[3] Ibidem.
[4] Cfr. Vannini M., cit., pp. 953-954.
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