Temi e protagonisti della filosofia

Plutarco, Sull’ira

Plutarco, Sull’ira

Apr 10



[Stob. 3,20,70] Di Plutarco, estratto dalla perlustrazione Sull’ira:
Dunque, quanto gli uomini praticano asserviti all’ira è di necessità cieco così come insensato e manca completamente il bersaglio. Ecco, infatti, non è possibile che uno si serva dell’intelletto razionale se è asservito all’ira; dunque, questo agire senza intelletto è in toto contestualmente improduttivo e distorto. Ebbene, bisogna che il logo sia egemone, offrendosi in questo modo come abbrivio per le azioni compiute durante la vita, distruggendo e dispregiando l’annuire alle impetuose ire in qualunque contingenza, come coloro che governano le imbarcazioni si cavano fuori dal pericolo delle onde approssimantisi. Comunque, ecco, questo non è meno diro, dacché, se l’ira rivolge la prora dinnanzi, è possibile che uno rovini dalle fondamenta e sconquassi sé stesso insieme con qualunque cosa si trovi vicino giacché non ha destramente attraversato la distesa burrascosa. D’altronde occorrono molta attenzione all’obiettivo ed esercizio in vista di questi miglioramenti o saranno serrati nell’esacerbazione completa. Conseguono, dunque, il massimo progresso quanti disciplinano i fumi dell’ira assimilandoli come alleati del valore colle armi, acquisendo beneficio da quanto di questi è utile così in battaglia come – per Giove – nella battaglia politica, coltivando dunque gli espedienti per secernere ed espellere dalla psiche quanto di questi è in sovrappiù e oberante – parlo dunque di questi fumi: ira, pungolo del rancore, asprezza –, vizi per nulla legittimi nella psiche di veri uomini. In quale età, dunque, ingenerare lo svolgimento di questi miglioramenti? Dunque, secondo la mia dottrina sarebbe meglio ingenerarlo in questo modo: noi dovremmo esercitarci molto precocemente, abolire così preventivamente questo sovrappiù, come quando c’interfacciamo con i famigli e c’approcciamo alle donne che abbiamo sposato. Difatti, ecco, colui che è mite in famiglia sarà molto più mite nell’ordinamento democratico, giacché è reso tale sin da dentro l’esperienza domestica e col supporto dei familiari, così da essere per sé stesso medico qualificato della sua stessa psiche.

La traduzione del frammento è stata condotta sul testo della seguente edizione:
Plutarch’s Moralia XV, Fragments, translated by F.H. Sandbach, Cambridge Mass. 1969, 274-277.



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