Plutarco, Se la precognizione degli eventi futuri sia utile
Plutarco, Se la precognizione degli eventi futuri sia utile
Mag 29[Stob. 1,5,19] Estratto dallo scritto di Plutarco Se la precognizione degli eventi futuri sia utile:
«Ecco, quel che si merita per destino non può esser né distorto né prevenuto», «e basta solo un annuire di ciglia, / perché permanentemente con questo sia tessuta una forte necessità». Per questa disposizione chiamano l’heimarmene anche Adrasteia, giacché fa valere un limite comportante necessità per le cause degli occorrimenti, dacché è impossibile sfuggirle e abrogarla.
[Stob. 2,8,25] Estratto dallo scritto di Plutarco Se la precognizione degli eventi futuri sia utile:
«Nestore, dunque, non era forse mentecatto quando lesinava il sonno alle guardie sulle navi e le esortava con queste disposizioni: “A questo adesso, cari figli, guardate, che il sopore non vi / serri, ché non degeneriamo in zimbelli disapprovati nelle celebrazioni dei nemici” [Il. 10,192-193]? Non degenereremo – professa qualcuno – neanche se ci addormentiamo, se è portato della sorte che la stazione navale non sia presa». Chi non darebbe sulla voce a coloro che pronunciano queste lezioni, ribattendo, in merito a questo, che forse tutto questo insieme di eventi era destinato, che dunque è destinato per ciascun singolo che si svolgano tanto conformemente a questa disposizione, quanto in queste situazioni, quanto insomma in questo modo e non altrimenti, divergendo da questi condizionamenti? Siccome non v’è guardia di dormienti, né vittoria di fuggenti, né mietitura di agricoltori non seminanti una terra pur magnifica ed ubertosa, né generare non copulando insieme a una donna in età fertile e con un fisico adatto a far nascere, né darsi all’arte venatoria in contrade in cui non nascono fiere.
[Stob. 3,3,41] Estratto dallo scritto di Plutarco Se la precognizione degli eventi futuri sia utile:
D’altronde la saggezza è oculatezza non in merito ai corpi, tutt’altro: portata verso gli eventi prima che questi s’ingenerino per gli uomini, cosicché utilizzi al meglio tutto quel che incontra e si presenta dacché dispone della prospettazione del futuro. Ebbene, il corpo rimane provvisto d’occhi solo davanti, mentre dietro è irrimediabilmente cieco; la dianoia, d’altronde, può vedere colla memoria anche quel che fu in preterito, siccome lo scriba, che risiede continuamente in noi e fa la guardia – questa favola è di Platone – è questo, ed essendo già nato prima di tutto quel che incontriamo, è o una parte della psiche o uno strumento; questo strumento la porta a prendere i fatti che s’offrono davanti a lei, glieli fa conservare, sistematizzare e chiudere circolarmente, giacché torna al preterito e lo accoppia col presente e non permette che vada alla deriva nell’apeiron, e con questo nell’insussistente e nell’incognito.
La traduzione dei frammenti è stata condotta sul testo della seguente edizione:
Plutarch’s Moralia XV, Fragments, translated by F.H. Sandbach, Cambridge Mass.1969, 96-103.