Plutarco, Lettera sull’amicizia
Plutarco, Lettera sull’amicizia
Giu 26[Stob. 2,31,82] Estratto dall’Epistola sull’amicizia:
L’educazione, anche se non comportasse nessun altro beneficio, comporta pur sempre questo: frequentare, in vista del disporre di essa, la scuola con altri evitando il vizio, per chiunque abbia un qualche pudore; così più […] essi stessi ed altri […].
[Stob. 2,46,15] Estratto dall’Epistola sull’amicizia:
Come è magnifico fare del bene, così è necessario farlo mutuamente, per non guadagnarsi l’accusa non solo d’ingratitudine, ma altresì di danno alla comunità di coloro che in seguito ne avrebbero goduto, per l’interruzione da parte di altri alla beneficenza.
[Stob. 3,2,34] Estratto dall’Epistola sull’amicizia:
Alcuni mascherano il loro vizio coll’abbellimento verbale, dacché chiamano amore del bello l’amore carnale, semplice il rozzo, previdenza l’amore per il denaro.
[Stob. 3,2,35] In questo stesso scritto:
È utile e necessario essere pieni di prudenza e pieni di versatilità, allorché conviene avere altresì tecnica ingannevole contro nemici stranieri; d’altronde, avere un ethos malevolo e disposto alla macchinazione in tutte le occasioni e contro tutti fa meritare la presenza non già nel novero degli astuti, come alcuni credono, bensì in quello dei più malvagi.
[Stob. 4,5,68] Estratto dall’Epistola sull’amicizia:
Il miglior testimone, dunque, è colui che non ha ricevuto nessun beneficio, ma discerne a partire dalla benevolenza nei confronti degli altri.
[Stob. 4,7,42] Estratto dall’Epistola sull’amicizia di Plutarco:
Così è meglio agevolare la propensione alla benevolenza colla cortesia e colla beneficenza che sottoporre ad essa col timore.
[Stob. 4,7,43] In questo stesso scritto:
Bisogna quindi essere miti in aggiunta all’esser razionali in modo da coltivare soluzioni utili alla comunità.
[Stob. 4,12,11] Estratto dall’Epistola sull’amicizia:
E per di più il timore d’una punizione indeprecabile è causa di disperazione, dacché, ecco, colui che prevede per sé la rovina simultaneamente si mette nei pericoli.
[Stob. 4,28,8] Estratto dall’Epistola sull’amicizia:
Il matrimonio, ecco, è migliore quando deriva dall’amalgama dell’affetto tra i due, altrimenti può fallire.
[Stob. 4,31,126] Estratto dall’Epistola sull’amicizia:
Dunque del denaro bisogna servirsi come strumento per ottenere qualcosa, non già indiscriminatamente per ogni obiettivo.
[Stob. 4,31,127] In questo stesso scritto:
Quindi per tutti formulare voti in ordine alla virtù è meglio che augurarsi la ricchezza, fallace per gli inintelligenti, siccome assieme alle sostanze aumenta il vizio. E quanto più qualcuno sia insensato, tanto più esibisce hybris, avendo modo di saziare la furia dei propri piaceri.
[Stob. 4,33,20] Estratto dall’Epistola sull’amicizia:
In povertà qualcuno ha coltivato una disposizione eudemonica permanente, mentre da ricco e da potente la felicità s’è contratta ai minimi termini.
[Ibid.]
Il beneficio della povertà è tanto superiore che un uomo giusto alienerebbe una ricchezza vergognosa in vista della povertà, se, ecco, il più ricco fra quanti Ateniesi mai esistettero non era migliore di Aristide e di Socrate in povertà, in merito alla virtù; d’altronde anche la sua ricchezza, così come lui stesso, riuscì così caduca come anonima, siccome, col trapasso d’un uomo ordinario, simultaneamente tutto scompare, mentre quel ch’è nobile diviene eterno.
La traduzione dei frammenti è stata condotta sul testo della seguente edizione:
Plutarch’s Moralia XV, Fragments, translated by F.H. Sandbach, Cambridge Mass. 1969, 298-305.