Plotino, Enneade V 9 [5: Sull’intelletto e le idee e l’essente], 12
Plotino, Enneade V 9 [5: Sull’intelletto e le idee e l’essente], 12
Ago 06
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12. Se dunque [le forme] dell’umano son là, sia quella d’umano razionale sia quella d’umano tecnico son là, e le tecniche che sono progenie dell’intelletto, bisogna allora anche giudicare che vi sono gli eidē [le forme] degli universali, non di Socrate bensì dell’umano. Va ispezionato, inoltre, per quanto concerne l’umano, se v’occorra anche quello particolare; |5| ordunque, il particolare [è lassù], giacché la stessa cosa è altra [diversa] tra [individui] alternativi, come nel caso in cui, giacché costui ha il naso camuso e quest’altro il naso aquilino, aquilinità e camusità van classificate quali differenza nell’eidos [nella specie] di umano, come per parte loro vi sono differenze di «animale»; deriva inoltre anche dalla materia il fatto che costui abbia un’aquilinità di tale qualità, mentre quest’altro n’abbia una di un’altra qualità. E fra le differenze dei colori le une |10| sono nella forma razionale, mentre le altre sono prodotte sia dalla materia sia dalla differenza di luogo.
La traduzione dal greco è condotta sul testo dell’editio minor Henry-Schwyzer:
Plotini Opera, ediderunt P. Henry et H.-R. Schwyzer, 3 voll., Clarendon Press, Oxford 1964-82.
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