Plotino, Enneade V 3 [49: Sulle ipostasi conoscitrici e su quel ch’è al di là], 2
Plotino, Enneade V 3 [49: Sulle ipostasi conoscitrici e su quel ch’è al di là], 2
Gen 31
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2. Per prima cosa dunque va ricercato, per quanto concerne la psiche [: l’anima], se le vada data conoscenza di se stessa e che cosa sia quel che conosce in essa stessa e come.
Quindi professeremo bensì che l’estetico [: la facoltà sensitiva] di essa rimane interessato solo dalle esteriorità; difatti, anche se è sinestesi [: coscienza] degli eventi ingenerati nel dominio del corpo, |5| anche qui la percezione assumerà le cose esterne a essa, altroché; siccome sente occorrere in se stessa affezioni affettanti nel corpo. Dunque, il logistico [: la facoltà ragionativa] in essa, a partire dai fantasmi [: dalle rappresentazioni] esito delle sensazioni presentantisi, ottiene il discernimento [: giudizio] agendo sia mediante congiunzione sia mediante divisione; già, anche riguardo agli effetti del nous [: dell’intelletto] |10| osserva come i tipi [: le impronte], e ha anche per quanto riguarda questi la stessa funzione. Ed inoltre desume la comprensione soggettiva come conoscendoli e armonizzando coi tipi [: con le impronte] esistenti in esso da molto tempo, quelli nuovi e appena arrivati; ciò che dunque potremo anche professare essere anamnesi della psiche [: reminiscenze dell’anima].
E il nous della psiche [: l’intelletto dell’anima] arrivato sin a questo punto |15| rista colla potenza oppure si volge anche a se stesso e conosce se stesso? Beh, questo occorre riferirlo al nous [: all’intelletto]. Difatti, dando conoscenza di se stessa a questa parte [dell’anima] ‒ siccome professeremo ch’è nous [: intelletto] ‒, dovremo ricercare anche in che cosa si differenzi dal nous [: dall’intelletto] occorrente nell’eminenza; se invece non gliela daremo, dovremo arrivare a quell’obiettivo [: all’intelletto superiore] venendo avanti col logos [: pensiero] |20| e ispezionare che cosa sia mai questo «conoscere se stesso». Se dunque anche qui, in basso [: nell’intelletto dell’anima], lo daremo, sarà da ispezionare quale sia la differenza [tra le due specie] del pensare se stesso; siccome, se non ve ne sarà nessuna, già questo [: l’intelletto dell’anima] sarà il nous [: l’intelletto] non mescolato.
Allora questo dianoetico della psiche [: pensiero discorsivo dell’anima] si volge anch’esso a se stesso? Ovviamente no; d’altronde ha comprensione soggettiva dei tipi [: delle impronte] che ottiene |25| da tutte e due le singole parti.
La traduzione dal greco è condotta sul testo dell’editio minor Henry-Schwyzer:
Plotini Opera, ediderunt P. Henry et H.-R. Schwyzer, 3 voll., Clarendon Press, Oxford 1964-82.
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