Plotino, Enneade III 7 (45: Su eternità e tempo), 7
Plotino, Enneade III 7 (45: Su eternità e tempo), 7
Mag 08
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7. Argomentiamo, orbene, queste dottrine, ecco, testimoniando per altri e facciamo ragionamenti perlustrando oggetti alieni? E come? Quale comprensione, infatti, si genererebbe se non avessimo contatto? Come, dunque, avremmo contatto con gli oggetti alieni? Anche noi, allora, dobbiamo partecipare [5] dell’eternità. Ma come, essendo nel tempo? Ma come è essere nel tempo e come è essere nell’eternità sarà noto se prima si sarà trovato il tempo. Orbene, conviene che noi discendiamo dall’eternità alla ricerca del tempo e nel tempo: là, infatti, il trasporto era verso l’alto, mentre adesso ragioniamo [10] discendendo non totalmente, ma tanto quanto discese il tempo. Se per quanto concerne il tempo nulla fosse stato enunciato dagli uomini antichi e beati, dovremmo, dapprincipio congiungendo all’eternità quest’oggetto successivo, argomentare le dottrine pertinenti ad esso, sperimentando l’armonizzare col concetto di esso che possediamo la [15] dottrina da noi argomentata; adesso, invece, è necessario assumere le enunciazioni più degne di considerazione ispezionando se il ragionamento argomentato da parte nostra avrà concordanza con qualcuna di esse. Tripartitamente, dunque, andrebbero forse divisi gli argomenti per quanto concerne esso, per prima cosa. Infatti il tempo o è giudicato movimento oppure è giudicabile “il mosso” o [20] qualcosa del movimento (1); infatti il giudicarlo stasi o quel ch’è stazionante o qualcosa della stasi sarebbe in tutto e per tutto pregiudizievole per il concetto del tempo, giacché non è mai identico. Tra coloro che, dunque, lo giudicano movimento, gli uni (2) lo giudicherebbero movimento in generale, gli altri (3) movimento del tutto (4); coloro che, invece, lo definiscono il mosso, lo definirebbero la sfera del tutto (5); coloro che invece lo giudicano qualcosa del movimento lo definiscono estensione del movimento (6), oppure altri (7) sua misura, altri (8) sua conseguenza; e vale sia per ogni movimento sia per quello regolare.
Note
(1) Cfr. Aristotele, Fisica, Δ 11, 219 a 10.
(2) Gli Stoici.
(3) Cfr. Aristotele, Fisica, Δ 10, 218 a 34.
(4) Tutto: universo.
(5) Cioè la sfera dell’universo; sono i Pitagorici.
(6) Zenone di Cizio, fondatore della scuola stoica.
(7) Cfr. Aristotele, Fisica, Δ 12, 220 b 32.
(8) Epicuro.
La traduzione dal greco si basa sull’editio minor Henry-Schwyzer: Plotini Opera, ediderunt P. Henry et H.-R. Schwyzer, 3 voll., Oxford 1064-82 (1964, pp. 337-361).
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