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Platone, Teeteto (41)

Platone, Teeteto (41)

Giu 15

 

 

Brano precedente: Platone, Teeteto (40)

 

SOCRATE   Che cosa quindi si dirà, ancora dal principio, conoscenza? Infatti non ancora vorremo rinunciare, ecco.

TEETETO   Affatto, almeno se tu, ecco, non vuoi rinunciare.

SOCRATE   Argomenta dunque, quale definizione di essa è meglio invocare per minimizzare la contraddizione con noi stessi?

TEETETO   [200e] Quella che abbiamo tentato, o Socrate, nell’argomento precedente: io, ecco, non ne ho nessun’altra.

SOCRATE   Ossia quale?

TEETETO   Che l’opinione vera è conoscenza. L’opinare il vero è, ecco penso, infallibile e tutte le cose che da esso si generano risultano belle e buone.

SOCRATE   La guida nel guadare il fiume, o Teeteto, disse, orbene, che la cosa stessa l’indicherà; e così, se procediamo nell’itinerario d’esplorazione, forse allora [201a] quello che cerchiamo, capitandoci in mezzo ai piedi, apparirà da sé, mentre rimanendo fermi nulla sarà chiaro.

TEETETO   Argomenti rettamente, altroché; procediamo nell’iter ed ispezioniamo.

SOCRATE   Ebbene, questo, ecco, è breve ad ispezionarsi: un’intera arte, infatti, ti mostra che questo non è scienza.

TEETETO   Come, dunque? E quale arte è questa?

SOCRATE   Quella dei massimi in sapienza, che, ordunque, chiamano retori ed avvocati, giacché costoro colla loro arte persuadono non da docenti ma facendo sì che s’opinino le dottrine che vogliono. O tu credi che vi siano maestri così bravi [201b] da poter insegnare, nel poco tempo in cui scorre l’acqua della clessidra, adeguatamente la verità degli eventi a coloro che non erano presenti mentre alcuni erano spogliati dei beni o pativano qualche altra violenza?

TEETETO   Io, ecco, non lo credo in alcun modo, bensì che possono persuadere.

SOCRATE   Il persuadere, dunque, non lo definisci far opinare?

TEETETO   Beh, e con ciò?

SOCRATE   Ebbene, quando i giudici son persuasi giustamente per quanto riguarda eventi che sono conoscibili solo da colui che li ha visti ed altrimenti no, allora, giudicando questi per effetto dell’udito, [201c] assumendo un’opinione vera, non giudicano senza conoscenza, pur se rettamente persuasi, se per davvero giudicano bene?

TEETETO   Ebbene sì, in tutto e per tutto.

SOCRATE   Orbene, o amico, se, ecco, opinione vera e scienza fossero la stessa cosa, allora neppure il giudice più acuto potrebbe opinare giudizi corretti senza scienza; adesso invece ciascuna delle due sembra essere qualcosa d’alternativo all’altra.

 

La traduzione si basa sull’edizione critica di Hicken: Plato, Theaetetus, edit. W.F. Hicken, in Platonis Opera, Tomus I, tetralogias I-II continens, recognoverunt brevique adnotatione critica instruxerunt E.A. Duke, W.F. Hicken, W.S.M. Nicoll, D.B. Robinson et J.C.G. Strachan, Oxford University Press, Oxford 1995.

 

Brano seguente: Platone, Teeteto (42)

 

 


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