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Platone, Parmenide (10)

Platone, Parmenide (10)

Mag 29

Brano precedente: Platone, Parmenide (9)

 

[140e] «Dunque che dici? Sembra possibile che l’uno sia più vecchio o più giovane o abbia la stessa età di qualcosa?» «Dunque… perché no, ecco?» «Perché, se ha la stessa età di sé o di altro, avrà parte di uguaglianza di tempo e di somiglianza, delle quali argomentavamo che non sono congiunte all’uno, né somiglianza né uguaglianza». «Ecco sì, lo argomentavamo». «Ed anche che non ha parte di dissomiglianza e di disuguaglianza, anche questo argomentavamo». «Beh, assolutamente». «Quindi come potrà essere [141a] o più vecchio o più giovane di qualcosa od avere la stessa età di qualcos’altro, essendo tale?» «In nessun modo». «Allora ecco che l’uno non potrebbe giammai essere più giovane né più vecchio né avere la stessa età né di sé né di altro». «Pare di no». «Ed allora forse l’uno assolutamente non potrebbe neppure essere nel tempo, se fosse tale? O non è necessario che, se qualcosa è nel tempo, esso divenga più vecchio di sé stesso?» «Necessario». «Ma quel che è più vecchio non è sempre più vecchio di un più giovane?» «Beh, che c’entra?» [141b] «Allora quel che diviene più vecchio di sé stesso diviene simultaneamente più giovane di sé stesso, se esige di avere qualcosa di cui divenire più vecchio». «Come lo argomenti?» «Così: differendo di già, nulla di differente deve divenire diverso da un diverso, ma deve essere diverso da quel che è già diverso, inoltre esser diventato diverso da quel che lo è già diventato, inoltre stare per divenir diverso da quel che sta per divenirlo, mentre non deve né esser diventato né star per diventare né essere punto differente da quel che lo diviene, ma deve divenirlo e non essere altrimenti». [141c] «Dunque è necessario, ecco». «Ma quel che è più vecchio, ecco, è differenza da un più giovane e da null’altro». «Lo è sì». «Allora è necessario che quel che diviene più vecchio di sé divenga anche più giovane di sé». «Sembra». «Eppure è anche necessario che non divenga per un tempo né maggiore né minore di sé stesso, ma che divenga e sia e sia diventato e stia per essere per un tempo uguale a sé stesso». «Ecco sì, anche questo è necessario». «Allora è necessario – come sembra – che [141d] ciascun ente tra quanti sono nel tempo e hanno parte di quel che caratterizza tale determinazione abbia la stessa età rispetto a sé e che divenga simultaneamente più vecchio e più giovane di sé». «C’è il rischio». «Tuttavia all’uno non era congiunta nessuna di tali passioni». «Ecco no, non gli era congiunta». «Allora esso né è congiunto a del tempo, né è in qualche tempo». «Dunque no: così sancisce l’argomento».

«Quindi che dici? Lo ‘era’, lo ‘è diventato’ ed il ‘diveniva’ non sembrano significare partecipazione al tempo già passato?» «Eccome». [141e] «Dunque che dici? Il ‘sarà’, il ‘diverrà’ ed il ‘sarà diventato’ non sembrano significare partecipazione al dopo?» «Sì». «Dunque, lo ‘è’ ed il ‘diviene’ non sembrano significare partecipazione al tempo presente adesso?» «Beh, assolutamente». «Se l’uno non ha parte di nessun tempo in nessuna maniera, allora né è già diventato né diventava né era già, né è diventato adesso né diviene né è, né diverrà dopo né sarà diventato né sarà». «Verissimo». «Ebbene, affinché qualcosa abbia parte dell’essere, c’è forse un modo alternativo a qualcuno di questi?» «Non c’è». «Allora l’uno non ha in nessun modo parte dell’essere». «Si vede di no». «Allora l’uno non è in alcun modo». «Pare di no». «Allora non è neppure siffatto da essere uno: infatti già sarebbe essente, cioè avrebbe parte dell’essere; ma, come sembra, l’uno né è uno né è, se si deve fidarsi di tale argomento». [142a] «C’è il rischio». «Dunque ciò che non è, in questo non essere ci sarebbe forse qualcosa rispetto ad esso o di esso?» «E come?» «Allora non c’è né nome né concetto né qualche scienza stabile né percezione né opinione di esso». «Pare di no». «Allora non è nominabile né concepibile né opinabile né conoscibile, né alcuno degli essenti lo percepisce». «Si vede di no». «Ebbene, è possibile che per quanto riguarda l’uno si abbia questo?» «A me, ecco, sembra di no».


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