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Platone, Filebo (27)

Platone, Filebo (27)

Dic 25

Brano precedente: Platone, Filebo (26)

 

SOCRATE  Ebbene, come a dei coppieri, a noi stanno davanti delle fontane – si potrebbe raffigurare quella del piacere come una di miele e quella del pensiero, sobria e senza vino, come una di acqua austera e salubre –, che bisogna impegnarsi a mescolare nei modi più belli.

PROTARCO  Ecco, come no?

SOCRATE  [61d] Aspetta dunque: per prima cosa, mischiando tutto il piacere con tutto il pensiero, sortiremmo con l’ottenimento migliore in assoluto?

PROTARCO  Forse.

SOCRATE  Ma non è sicuro. Dunque, mi pare di poter esprimere una dottrina con cui possiamo mischiare senza rischio.

PROTARCO  Di’ quale.

SOCRATE  Un piacere era per noi più vero – così crediamo – di un altro ed anche una tecnica più esatta di un’altra?

PROTARCO  Ecco, come no?

SOCRATE  Dunque, anche una scienza stabile si differenzia da un’altra: mentre una [61e] osserva le cose che si generano e si corrompono, l’altra osserva gli enti che né si generano né si corrompono, dunque son sempre nelle identiche condizioni e nello stesso modo. Esaminando questa rispetto al vero, abbiam ritenuto sia più vera di quella.

PROTARCO  Beh, l’abbiam ritenuto in modo assolutamente retto.

SOCRATE   E se, avendo prima mescolato le parti stimate più vere di ciascuno dei due, vedessimo se questi prodotti, fusi, son sufficienti ad arrecarci la vita più agognabile o se abbiam ancora bisogno di qualche parte tra quelle che non son di tal sorta?

PROTARCO  [62a] Io, ecco, son dell’opinione di agire così.

SOCRATE  Ci sia dunque un qualche uomo che pensi su ciò che la giustizia è in sé e che abbia un argomento conseguente alla sua intelligenza e che dunque rifletta allo stesso modo anche su tutti gli altri enti.

PROTARCO  Ecco, ci sia.

SOCRATE  Forse costui avrà sufficientemente scienza stabile avendo il concetto di cerchio e di sfera divina in sé ma ignorando questa sfera umana e questi cerchi [62b] e usando, in edilizia e nelle opere simili, regoli ed i cerchi?

PROTARCO  Concepiamo una nostra disposizione ridicola, Socrate, che è stabilita solo nelle scienze divine.

SOCRATE  Come dici? Bisogna mettere in comune e fondere anche la tecnica non salda né pura del falso regolo ed assieme del falso cerchio?

PROTARCO  Necessario, ecco, se qualcuno di noi pensa sia meglio anche ritrovare ciascuna volta la via verso casa.

SOCRATE  [62c] Ed anche la musica, che, essendo colma di congettura e d’imitazione, in precedenza, poco fa, abbiamo dichiarato mancante di purezza?

PROTARCO  A me, ecco, pare necessario, se, ecco, la nostra vita dovrà essere comunque vita.

SOCRATE  Vuoi, dunque, che, come un portinaio spinto e premuto dalla folla, cedendo, spalancando le porte permetta a tutte le scienze stabili di defluire e che la più manchevole si mischi insieme ad una pura?

PROTARCO  [62d] Io, ecco, non vedo, Socrate, perché mai potrebbe esser danneggiato qualcuno che cogliesse le altre scienze stabili avendo quelle prime.

SOCRATE  Concedo dunque che in complesso tutte fluiscano nel molto poetico «ricettacolo della mescolanza» (Iliade, IV, 453) di Omero?

PROTARCO  Beh, assolutamente.

 

 


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