Platone, Critone (2)
Platone, Critone (2)
Dic 17
Brano precedente: Platone, Critone (1)
CRITONE [44e] Bene così su questo; invece dimmi questo, o Socrate. Ecco, non è che forse ti preoccupi per me e per gli altri sodali che, se tu esci da qua, i sicofanti (1) ci procurino noie siccome t’abbiamo fatto scappare da qua, e siamo costretti o a perdere anche tutte le sostanze o parecchio denaro o a patire qualche altra cosa oltre a queste? Se, ecco, [45a] temi qualcosa di questa sorta, lascia perdere: è giusto infatti che noi per salvarti corriamo questo rischio e, se si deve, anche uno maggiore di questo. Ma fidati di me e non fare altrimenti.
SOCRATE Mi preoccupo anche di queste cose, o Critone, e di molte altre.
CRITONE Ed allora non preoccuparti di queste ‒ ed infatti non è neppure molto il denaro che vogliono prendere alcuni per salvarti e condurti via da qua. Inoltre non vedi come sono convenienti questi sicofanti e come non ci sarebbe bisogno per essi di molto [45b] denaro? E i miei beni ‒ come io credo, sufficienti ‒ ti appartengono; inoltre, anche se, sollecito verso di me, pensi non debba spendere i miei soldi, questi stranieri qua son pronti a spendere; uno, dunque, ha anche portato per questo obiettivo denaro sufficiente, Simmia di Tebe; però anche Cebete e molti altri son pronti, assolutamente. Sicché, come dico, non rinunciare a salvarti temendo queste cose, e non ti divenga sfavorevole ciò che dicevi in tribunale, che, andatotene, non avresti che fare [45c] di te stesso: in molti posti infatti, in qualunque altro posto tu arrivi, ti vorranno bene; se poi volessi andare in Tessaglia, ci sono là miei ospiti che ti terranno in gran conto e ti arrecheranno sicurezza, sicché nessuno, in Tessaglia, ti noccia.
Ed ancora, o Socrate, non mi sembra neppure che tu intraprenda un’azione giusta, tradirti da te stesso, pur potendo salvarti, e ti sforzi che si generino per te stesso quegli avvenimenti per i quali anche i tuoi nemici si adopererebbero, e si son sforzati, volendo distruggerti. Ma oltre a questo a me, ecco, sembra [45d] che tu tradisca anche i tuoi figli, che lascerai andandotene, pur essendoti possibile allevarli ed educarli, e, per quel che dipende da te, agiranno come capita. Capiterà dunque, come verosimile, quelle cose che sogliono avvenire per gli orfani nell’orfanità. Infatti bisogna o non fare figli o sopportare completamente sia di allevarli sia di educarli; mi sembra invece che tu scelga le decisioni più facili. Bisogna invece scegliere quelle che sceglierebbe un uomo buono e coraggioso, soprattutto se afferma di curarsi della virtù da tutta la vita; sicché io, ecco, [45e] mi vergogno sia per te sia per noi, i tuoi sodali, che non sembri che tutta quanta la faccenda che ti riguarda sia stata gestita con una certa qual nostra viltà, sia l’approdo della causa in tribunale, siccome vi arrivò pur essendo possibile che non vi approdasse, sia lo stesso dibattimento della causa, per come è avvenuto, sia questo finale qui, come finale ridicolo della vicenda, [46a] il sembrare che noi ci siamo dati alla fuga per una certa qual nostra dappocaggine e viltà, noi che non ti abbiamo salvato e tu che non hai salvato te stesso, pur essendo attuabile e possibile se ci fosse stata un’azione utile, anche piccola, da parte nostra. Quindi, o Socrate, guarda che questo, oltre che dannoso, non sia insieme anche vergognoso per te e per noi. Ma deciditi ‒ o meglio, non è neppure più ora di decidere, ma di aver deciso. Un’unica decisione, dunque: infatti tutto questo deve essere fatto nella notte che sopraggiunge; se invece rimarremo ancora perplessi, non sarà più possibile né fattibile. Ma in ogni modo, o Socrate, fidati di me e non fare altrimenti.
SOCRATE [46b] O caro Critone, il tuo accoramento sarebbe molto valido se fosse accompagnato da una qualche correttezza; se no, quanto maggiore è, tanto più è fastidioso. Bisogna quindi che noi ispezioniamo se questo è da farsi oppure no, siccome io, non adesso per la prima volta ma da sempre, son tale da non affidarmi a nient’altro di me se non all’argomento che, ragionando, paia il migliore. Ordunque, gli argomenti che in precedenza argomentavo non posso adesso respingerli perché mi si è generato questo caso, ma [46c] mi paiono pressappoco gli stessi, e li rispetto ed onoro come prima, e se non abbiamo modo di argomentarne di migliori nel presente, sappi bene che non concorderò con te, neppure se ancor più di adesso il potere dei più ci spaventasse con lo spauracchio come bambini infliggendoci catene e morti e confische di beni.
Note
(1) Delatori che lucravano minacciando denunce più o meno fondate.
(2) Molti discepoli di Socrate non erano ateniesi.