Melisso, Sulla natura o sull’essente (3)
Melisso, Sulla natura o sull’essente (3)
Feb 20Articolo precedente: Melisso, Sulla natura o sull’essente (2)
Arist., Phys., A 3, 186 a 6 (DK 30 A 7; R. A 7, A 10)
Entrambi infatti, sia Melisso sia Parmenide, ragionano eristicamente [eristikōs sullogizontai]: ecco, assumono falsità [pseudē lambanousi] e i loro argomenti sono inferenze scorrette [asullogistikoi eisin autōn hoi logoi]; però è più rozzo [phortikos] quello di Melisso e non ha impasse, anzi: dato un unico assurdo, gli altri conseguono [ouk ekhōn aporian, all’ henos atopou dothentos ta alla sumbainei] (ciò non è per nulla difficile). Ebbene, è chiaro [dēlon] che [hoti] Melisso paralogizza [paralogizetai]: ecco, crede di poter assumere che, se tutto insieme il generato ha principio, allora il non generato non l’ha [oietai gar eilēphenai, ei to genomenon ekhei archēn hapan, hoti kai to mē genomenon ouk ekhei]. Poi anche questo è assurdo: l’esserci principio di tutto [to pantos einai arkhē]. C’è principio del fatto, e non del tempo [tou pragmatos kai mē tou khronou], e d’una generazione, non della generazione semplice, ma c’è anche principio di un’alterazione, non nel senso di un mutamento che avviene di colpo [geneseōs mē tēs haplēs alla kai alloiōseōs, hōsper ouk athroas gignomenēs metabolēs].
Themistius, In Aristotelis Physica Paraphrasis, ed. H. Schenkl, Berlin 1900, 7, 16 (R. A 10a)
L’argomento di Melisso è un’inferenza scorretta: dice infatti: «se l’essente s’è generato, ha principio; ma non s’è generato, quindi non ha principio; perciò è anche illimitato ed unico [ei gegone to on, arkhēn ekhei; ou gegone de, ouk ara arkhēn ekhei; dio kai apeiron kai hen]».
Aristoteles, Sophistici elenchi, 5, 167 b 13; 6, 168 b 35; 28, 181 a 27 (DK 30 A 10; R. A 10)
Come l’argomento di Melisso sull’illimitatezza del tutto nel suo insieme, che assume che tutto nel suo insieme sia ingenerato (infatti dal non essente nulla si genererebbe): dunque il generato si genera da un principio [logos, hoti apeiron to hapan, labōn to men hapan agenēton (ek gar mē ontos ouden an genesthai) to de genomenon ex arkhēs genesthai)]. Se, quindi, non s’è generato, il tutto non ha principio, cosicché è illimitato [ei mē oun gegonen, arkhēn ouk ekhein to pan, hōst’ apeiron]. Non c’è necessità però che questo consegua [ouk anankē de touto sumbainein]: infatti, se il generato tutto insieme ha principio, e se qualcosa ha principio, non consegue che s’è generato [ou gar ei to genomenon hapan arkhēn ekhei, kai ei ti arkhēn ekhei gegonen]…
Come nell’argomento di Melisso: assume che siano lo stesso l’essersi generato e l’avere principio, o il diventare uguali e assumere la stessa magnitudine; infatti, giacché ciò che s’è generato ha principio, pretende che anche quel che ha principio si sia generato, come fossero identiche queste due strutture, l’essersi generato e l’esser delimitato, in questo: nell’avere principio [to auto einai lamabanei: to gegonenai kai arkhēn ekhein, ē to isōs ginesthai kai tauto megethos lambanein: hoti gar to gegonos ekhei arkhēn, kai to ekhon arkhēn gegonenai axioi, hōs amphō tauta onta tōi arkhēn ekhein, to te gegonos kai to peperasmenon]…
Oltre a ciò c’è anche l’argomento di Melisso: se, ecco, ciò che s’è generato ha un principio, pretende che l’ingenerato non l’abbia, cosicché, se l’universo è ingenerato, è anche illimitato [ei gar to gegonos ekhei arkhēn, to agenēton axioi mē ekhein, hōst’ ei agenētos ho ouranos, kai apeiros].
[Alexandri] quod fertur in Aristotelis Sophisticos Elenchos commentarium, ed. M. Wallies, Berolini 1898, 49, 5; 49, 20; 63, 15 (R. A 10a)
Costui, infatti, volendo mostrare [deixai] che l’essente è unico ed illimitato, lo provò, forse mediante la conversione per negazione, argomentando che, se il generato ha principio, il non generato giocoforza non avrà principio [hoti hen esti to on kai apeiron, kateskeuaze touto dia tēs sun antithēsei takha antistrophēs legōn hōs ei to genomenon arkhēn ekhei, to mē genomenon loipon oukh hexei arkhēn]; poi aggiunse anche l’altra proposizione, cioè che quel che non ha principio è illimitato, sicché tale è il sillogismo: l’essente non s’è generato, il non generato non ha principio, il non avente principio è illimitato, l’essente è illimitato [tēn heteran protasin, hoti to mē arkhēn ekhon apeiron, hōs einai toiouton to sullogizomenon: to on ou gegone, to mē genomenon arkhēn ouk ekhei, to mē ekhon arkhēn apeiron, to on apeiron]…
Come l’argomento di Melisso sull’illimitatezza del tutto nel suo insieme. Dice: Melisso mostrò [edeiknue] che il tutto nel suo insieme, cioè l’essente – infatti prese ‘il tutto nel suo insieme’ anziché ‘l’essente’) – è illimitato [hoti apeiron to hapan, toutesti to on (to gar hapan anti tou ontos eilēphen)]. Mostrò dunque questo assumendo che l’essente sia ingenerato, ovvero che l’essente non si sia generato [to on agenēton, ētoi to on ou gegone]. E fa la prova di questo [tithēsi tēn toutou kataskeuēn]: se, ecco, si dice che l’essente si genera, si genererebbe o dall’essente o dal non essente; ma non è ammissibile che si generi dall’essente: infatti cercheremmo le stesse cose anche su di esso [ta auta gar kai peri ekeinou zētēsomen]; similmente, è impossibile anche dire che l’essente si genera dal non essente perché l’assioma comune dei filosofi è che niente si genera mai da quel che in nessun modo è [homoiōs de adunaton kai ek mē ontos eipein genesthai to on, dia to koinon axiōma einai tōn philosophōn mēden ek tou mēdamēi mēdamōs ontos ginesthai]; non resta che dedurre [sunagetai loipon] che l’essente è ingenerato. Se, quindi, il generato ha principio, il non generato non avrà principio; il non avente principio è, dunque, illimitato…
Tale è anche l’argomento di Melisso, come mostrammo anche nei passi precedenti: avendo assunto, infatti, che ciò che s’è generato ha principio e ritenendo lecito convertire, inferì argomentando: se il generato ha principio, anche l’avente principio s’è generato, cosicché, se qualcosa non s’è generato, non ha principio; ma il non avente principio è illimitato, cosicché quel che non s’è generato è illimitato; ma l’essente non s’è generato; l’essente, allora, è illimitato [labōn gar hoti to gegonos arkhēn ekhei kai nomisas antistrephein suneperanato legōn: ei to genomenon arkhēn ekhei, kai to arkhēn ekhon gegonen; hōste, ei ti mē gegonen, arkhēn ouk ekhei; to de mē arkhēn ekhon apeiron; hōste to mē gegonos apeiron; to de on ou gegonen; to on ara apeiron].
Anonymi in Aristotelis Sophisticos Elenchos paraphrasis, ed. M. Hayduck, Berolini 1884, 15, 26; 60, 30 (R. A 10a)
sullogizomenos hopōs to on hen kai apeiron houtō tithēsi: to on ou gegonen, to mē gegonos arkhēn ouk ekhei, to mē arkhēn ekhon apeiron; ei de touto, kai hen. to ara on hen kai apeiron. kataskeuazei de tas protaseis tēn men prōtēn houtōs: ei gar gegone to on, ex ontos gar egeneto pantōs: ou gar an ek tou mēdamē mēdamōs. hēmeis de ta auta an eipoimen kai peri ekeinou kai peri tou anōterou kai touto eis apeiron; ouk ara to on gegone. tēn de deuteran tēn «to agenēton arkhēn ouk ekhei» kataskeuazei dēthen dia tēs sun antithesei antistrophēs. ei gar to gegonos, phēsin, arkhēn ekhei, to mē gegonos arkhēn ouk ekhei. = Per inferire che l’essente è unico ed illimitato fa così: l’essente non s’è generato, quel che non s’è generato non ha principio, il non avente principio è illimitato; ma, se è così, è anche unico. Allora l’essente è unico ed illimitato. Prova dunque le premesse, la prima così: se, ecco, l’essente si fosse generato, si sarebbe generato in toto dall’essente; infatti dal non essente non si genera mai niente in alcun modo. Noi, però, dovremmo dire le stesse cose sia per quell’essente sia per quello ulteriore, e così all’infinito; allora l’essente non s’è generato. La seconda, poi – questa: «l’ingenerato non ha principio» – la prova, or dunque, mediante la conversione per negazione. Dice, ecco: se quel che s’è generato ha principio, quel che non s’è generato non ha principio…
Se, infatti, quel che s’è generato ha principio – dice – l’ingenerato non l’avrà; sicché, se l’universo è ingenerato, è anche illimitato [ei agenētos ho ouranos, kai apeiros].
Articolo seguente: Melisso, Sulla natura o sull’essente (4)