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La critica razionale alla concezione antropomorfica degli dèi in Senofane

La critica razionale alla concezione antropomorfica degli dèi in Senofane

Apr 01

 

 

Senofane (570 – 470 a. C.) poeta e filosofo greco, nacque a Colofone, da dove fu costretto a fuggire tra il 545 e il 540 a causa dell’invasione dei persiani. Viaggiò molto, soggiornando a Zancle, Catania, Lipari, Malta, Siracusa e ad Elea dove sembra abbia conosciuto Parmenide.
Secondo la tradizione egli avrebbe fatto durante questi viaggi il rapsodo, cantando però i propri versi e non quelli omerici, com’era invece usanza. Ci sono pervenuti frammenti delle Elegie e dei Silli, componimenti dedicati alla critica della mitologia e della teologia antropomorfica di Omero e di Esiodo.

In questi passi emerge forte la denuncia fatta da Senofane sulla grossolana ingenuità dell’antropomorfismo religioso e l’affermazione vigorosa dei caratteri che convengono alla divinità secondo le esigenze del logos, cioè l’essere unica, ingenerata, autosufficiente, capace di portare tutto a compimento con la sola forza del pensiero:

Degli uomini da lodare è chi dopo aver bevuto eccellenti cose rivela, siccome è a lui memoria e per la virtù tensione, senza che tratti pugne di Titani, né di Giganti, e di Centauri neppure, finzioni delle passate genti, o violente sedizioni, in cui niente c’è di vantaggioso; ma sempre degli dèi aver preoccupazione, vale. (Elegie, 1, 19-20)

I due poeti sono richiamati da Senofane anche in riferimento alle caratteristiche che hanno attribuito agli dèi, che sono però caratteristiche umane:

Tutte le cose agli dèi attribuirono Omero ed Esiodo, quante tra gli umani sono oltraggio e vituperio: rubare, fornicare, l’un l’altro ingannare. (Elegie, 11).

Continua sottolineando chiaramente:

Ma sono i mortali del parere che generati sian gli dèi, e ch’abbian la stessa loro veste, e voce e figura. (Elegie, 14)

L’uomo però deve assolvere al compito che gli è proprio, cioè quello di autonomo indagatore della verità:

Senofane di Colofone fu il solo che, sebbene affermasse l’esistenza degli dèi, eliminò qualsiasi validità alla divinazione; gli altri invece tutti, eccetto Epicuro che ha solo dei farfugliamenti sulla natura degli dèi, approvarono la divinazione. (Cicerone, De divinatione I, 3, 5)

È però all’interno dell’opera che Senofane dedica alla natura che troviamo esposto il modo in cui concepisce la divinità:

Unico iddio, tra gli dèi e tra gli uomini il più grande, per nulla equiparabile ai mortali, non per figura, non per il pensiero. Nella sua interezza vede, interamente pensa e interamente sente. (Senofane, Sulla natura, 23-24)

Un unico principio che è uno ed è tutto:

Sempre perdura nello stesso luogo non facendo movimento alcuno e non s’addice che vada or qua or là spostandosi. (Sulla natura, 26)

Aristotele a tal proposito scrisse:

Senofane, che ancor prima di questi [Parmenide e Melisso] ha affermato l’unità del tutto (si dice, infatti che Parmenide sia stato suo discepolo), non dà alcun chiarimento e non sembra che abbia colto la natura né dell’una né dell’altra di queste cause, ma, estendendo la sua considerazione all’universo intero, afferma che l’Uno è Dio. (Metafisica, A 5. 986b)

Anche Ippolito parla di Senofane, figlio di Ortomene, il quale

afferma anche che iddio è eterno e uno, uguale dappertutto e definito, sferico e sensibile in tutte le sue parti (Kata pason haireseon elegkhos, I, 14).

Senofane ebbe anche una dottrina fisica, a quanto sembra indipendente da quella teologica, che riconosce come principio la Terra:

Noi tutti infatti da terra ed acqua proveniamo. (Sulla natura, 33)

Ma le verità inerenti le divinità non possono essere conosciute dall’uomo:

Si, l’evidente verità, nessun uomo l’ha vista e la conosce, né mai ci sarà che sappia, riguardo agli dèi e alle cose ch’io dico, su tutte: che se ancor gli capitasse di dire verità compiuta in sommo grado, pure lui stesso non ne ha sapere; è parere invece quel che ci si fa su tutto. (Sulla natura, 34)

Tenuto conto di tutto ciò, Senofane potrebbe allora essere a buon diritto collocato, secondo l’unanime tradizione antica, all’inizio della scuola eleatica.

 

Bibliografia

N. ABBAGNANO, Storia della filosofia. 1: La filosofia antica, la Patristica e la Scolastica, UTET, Torino 2003.

A. BROMBIN, Il respiro dell’anima. Distinzione teologico-filosofica tra anima e spirito, Aracne Editrice, Roma 2014.

SENOFANE, Testimonianze e frammenti, M. Untersteiner (a cura di), La Nuova Italia Editrice, Firenze, 1956.

 

 


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