Inno vespertino di Gregorio di Nazianzo
Inno vespertino di Gregorio di Nazianzo
Ott 09Te anche or benediciamo,
Cristo, di Dio Parola,
luce da luce eterna,
dispensa dello Spirito,
triplice luce in una,
focalizzata in gloria:
che dissolvesti il buio,
luce ti fu sostanza
per crear nella luce
e tutto ciò e l’instabile
materia, informando
il cosmo e l’ordin d’ora:
illuminasti il senno
d’uom con ragione e scienza,
dello splendor di su
pur giù ponendo immagine,
ché in luce scorga luce
e luce sia l’intero.
Per te di lampi il cielo
si rischiarò molteplici:
tu che la notte e’l giorno
cedesser l’uno all’altra
con calma disponesti,
la legge rispettosi
d’amore tra fratelli:
con quella rimuovesti
le spine dell’afflitta
carne; con questo poi
hai richiamato all’opra
e agli atti cari a te,
perché fuggendo il buio
al dì ci rivolgessimo,
a un dì che in una notte
tetra non si dissolve.
E tu sulle mie palpebre
manda un leggero sonno,
ché la canora lingua
per molto non si smorzi,
né il manufatto tuo
gl’angeli riecheggiante
si taccia; teco il letto
pensieri pii disponga,
né una qualche macchia
del dì la notte scopra,
né gl’incubi fittizi,
scherzo di Notte, turbino:
ma, anche di corpo priva,
la mente parli teco,
Dio, col Padre e col Figlio
e con il Santo Spirito,
cui è onor, gloria, possa
per tutti gl’evi. Fiat.