Temi e protagonisti della filosofia

Frammenti sulla nobiltà attribuiti a Plutarco da Giovanni Stobeo

Frammenti sulla nobiltà attribuiti a Plutarco da Giovanni Stobeo

Giu 05

[Stob. 4,29,21] Estratto dallo scritto di Plutarco Contro la nobiltà di nascita:
Ecco, che altro pensiamo rappresenti la nobiltà di nascita, se non antica ricchezza e antica dignità? Giacché nessuna di queste due è obbediente a noi, ma sono dovute l’una alla fortuna bendata, l’altra all’umana inettitudine al discernimento, la nobiltà di nascita fa comunque dipendere il suo orgoglioso nome da due coefficienti alieni. Se, da una parte, la ricchezza non rende i generati simili a sé stessa, dall’altra colui ch’è generato dalla virtù ne esibisce l’icona, siccome le articolazioni della giustizia esistenti nella psiche si diffondono negli epigoni. Ecco, questa è la vera nobiltà: somiglianza nella giustizia.

[Stob. 4,29,22] In questo stesso scritto:
Sicché la ricchezza di Mida era più nobile della povertà di Aristide? Questo davvero, quando morì, non lasciò neanche una somma in vista del funerale, mentre per il frigio qualunque magnificenza poteva rappresentare una tomba. D’altronde la nobiltà non è nella ricchezza. Ogni stortura ha qualche articolazione in comune col fuoco: entrambi i fenomeni, senza alimentazione, scompaiono spegnendosi. La nascita di Socrate da una famiglia priva di dignità gentilizia, da madre levatrice e padre scalpellino, non era forse più nobile della dignità di Sardanapalo? Ecco, tu non penserai mica che Serse fosse più nobile di Cinegiro? Davvero, a questo fu troncata la mano mentre sosteneva la sua patria, l’altro da parte sua fuggì per sopravvivere, ammantato dalle insegne d’una grande viltà anziché da quelle d’un grande regno.

[Stob. 4,29,51] Dallo scritto di Plutarco A supporto della nobiltà d nascita:
La diffamazione dei sofisti nei confronti della nobiltà di nascita è inaffidabile se neppure ispezionano i condizionamenti nell’esperienza media e noti a tutti, giacché comprano e prendono a prestito per gli accoppiamenti cavalli e cani di razza, così come semi pregiati di vite, d’ulivo e delle altre piante, mentre pensano che sul côté dell’uomo la nobiltà di nascita non sia d’alcun giovamento nella futura discendenza, tutt’altro: han fiducia nel fatto che il seme d’un barbaro e quello d’un elleno siano la stessa cosa e non credono che il seme latente e insieme l’origine della virtù si trasmettano ai generati, così come avvenne per i geni d’Odisseo a Telemaco; sul nome di costui totalmente a ragione il poeta verbalizzò l’osservazione: «è stata istillata la forza valente» [Od. 3,371], come se insieme a poche gocce di sperma scorressero eziandio le magnificenze derivate dalla virtù.


La traduzione dei frammenti è stata condotta sul testo della seguente edizione:
Plutarch’s Moralia XV, Fragments, translated by F.H. Sandbach, Cambridge Mass.1969, 260-265.




Ti è piaciuto il post? Dona a Filosofia Blog!

Cliccando sul pulsante qui sotto puoi donare a Filosofia Blog una piccola cifra, anche solo 2 euro, pagando in modo sicuro e senza commissioni. Così facendo contribuirai a mantenere i costi vivi di Filosofia Blog. Il servizio di donazioni si appoggia sul circuito il più diffuso e sicuro metodo di pagamento online, usato da più di 150 milioni di persone. Per poter effettuare la donazione non è necessario avere un account Paypal, basta avere una qualsiasi carta di credito o Postepay. Grazie!

Leave a Reply