Frammenti sulla bellezza attribuiti a Plutarco da Giovanni Stobeo
Frammenti sulla bellezza attribuiti a Plutarco da Giovanni Stobeo
Apr 03[Stob. 4,21,12] Di Plutarco, a supporto della bellezza:
Ecco, e con ciò? La natura degli umani non è un tutto sintetico articolato in corpo fisico e psiche? O uno solo dei due ci basta? Com’è possibile che sia così, dunque? Ecco, questo, il corpo, non vi sarebbe senza la tutela della psiche, mentre la psiche non vi sarebbe se non avesse questo, che la trattiene insieme a sé. Che dire dunque? Giacché in egual modo ciascuna delle due parti singolarmente si adorna delle virtù innatamente esercitate, l’anima, da una parte, della giustizia così come della continenza e della saggezza, e il corpo, dall’altra, del vigore così come della bellezza e della salute, di conseguenza come non dovrebbe sorprendere prediligere le beltà della psiche guardando con superbia quelle del corpo?
[Stob. 4,21,13] Nello stesso scritto:
Ecco, comunque sia, la formosità del corpo è opera della psiche, che è dispensatrice d’una decorazione di forma gradevole. Ecco, metti che il corpo cada offeso da un impeto mortale, e così, successivamente alla migrazione della psiche, nessuna reliquia resti più delle sue proprietà amabili, non la stazione, non la carnagione, non l’espressione degli occhi, non la favella, avendo esso perduto gli antichi abitatori; quantunque questo sia latente per la tua coscienza, con un simile atteggiamento oltraggi eziandio la psiche, alla quale è dovuta la bellezza dell’uomo.
[Stob. 4,21,22] Di Plutarco:
Peraltro, come professavo, nessuna delle altre bellezze è generatrice di mali, nessun’altra rimane se non quella del corpo. Ecco, le bellezze della psiche (saggezza, pietà, pratica della giustizia) sono eziandio speranza di salvezza; così la bellezza presente nella serena cultura dispensa di continuo una sorte tranquilla alla gente di casa, alla polis e alle compagini etniche; la formosità delle donne, all’opposto, origina sentimenti e desideri aberranti.
La traduzione dei frammenti è stata condotta sul testo della seguente edizione:
Plutarch’s Moralia XV, Fragments, translated by F.H. Sandbach, Cambridge Mass. 1969, 268-273.