Evagrio Pontico, Logos praktikos (5)
Evagrio Pontico, Logos praktikos (5)
Apr 08Brano precedente: Evagrio Pontico, Logos praktikos (4)
Sulle passioni
34. Abbiamo memorie appassionate di quelle cose che abbiamo precedentemente accolto con passione; e, inoltre, di tutte quante quelle che accogliamo con passione avremo memorie appassionate. Perciò colui che ha vinto i demoni che le attivano s’accorge di quelle attivate da essi: ecco, la guerra immateriale è più dura di quella materiale.
35. Le passioni dell’anima hanno origine dagli uomini, quelle del corpo dal corpo, e le passioni del corpo le recide l’autocontrollo, quelle dell’anima l’agapē spirituale.
36. Mentre coloro che stanno preposti alle passioni psichiche [ira] perseverano fino alla morte, quelli preposti alle corporee retrocedono più in fretta, ed altri demoni, accoppiandosi con qualche parte singola dell’anima, assomigliano al sole sorgente o tramontante; quello del lunedì, invece, suole comprendere l’anima intera e soffoca l’intelletto.
Perciò dolce è l’anacoresi dopo la vacuità delle passioni: allora, ecco, le memorie sono solo spoglie.
E del resto la pugna non prepara il monaco per la lotta, ma per la contemplazione di essa.
37. Bisogna attendere alla questione se l’intellezione inciti le passioni o se le passioni incitino l’intellezione; per alcuni, ecco, era sostenibile la prima dottrina, per alcuni altri, invece, la seconda.
38. Le passioni sono naturalmente eccitate dalle sensazioni; se son presenti sia l’agapē sia l’autocontrollo non saranno eccitate, se son assenti saranno eccitate. L’animosità ha bisogno di più farmaci del desiderio, e per questo si dice ‘grande’ l’agapē (I Cor, 13, 13), giacché è morso dell’animosità: anche quel santo di Mosè, nei libri fisici, la denominò ‘ofiomaco’ (Lev, 11, 22).
39. Per il cattivo odore prevalente nei demoni l’anima suole accendersi contro i pensieri quando li sorprende ad accostarsi, affetta dalla passione del molestante.
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