Temi e protagonisti della filosofia

Diogene Laerzio su Talete (quinta parte: I, 40-44)

Diogene Laerzio su Talete (quinta parte: I, 40-44)

Gen 08

Brano precedente: Diogene Laerzio su Talete (quarta parte: I, 37-40)

Per quanto concerne, dunque, i sette – siccome è opportuno che qui si menzioni anche loro in generale – si riferiscono queste letture. Damone il cireneo, che scrisse Sui filosofi, infierisce reclamando contro tutti, ma soprattutto contro i sette. Rifacendoci poi a quanto afferma Anassimene, tutti coltivarono l’arte poetica; Dicearco, comunque, biasima l’affermazione della loro appartenenza tanto al genere dei sofi quanto a quello dei filosofi, obiettando che van qualificati semplicemente come uomini intelligenti e nomoteti. Archetimo il siracusano, da parte sua, ha rievocato per iscritto un loro incontro presso Cipselo, cui afferma d’aver lui stesso presenziato. Eforo, invece, dice che fu convocato presso Creso, senza Talete. Alcuni altri, inoltre, affermano che convennero in assemblea a Panionio, a Corinto e infine a Delfi. 41 D’altronde, i cultori della materia si differenziano in ordine alle loro sentenze, cosicché affermano che sono ora dell’uno, ora dell’altro, come si riscontra su quella che segue:

V’era Chilone lacedemonio, sofo, che divulgò queste lezioni:
«Nulla di troppo: nel kairos ogni singola bellezza si presenta».

V’è contrasto anche per quanto concerne il loro numero. Ecco: nella sua cernita, Leandro include Leofanto figlio di Gorgiade, di Lebedea o di Efeso, ed Epimenide il cretese anziché Cleobulo e Misone; Platone, dunque, nel Protagora pone Misone anziché Periandro; Eforo, dal canto suo, anziché Misone pone Anacarsi; degli altri promuovono l’aggiunta di Pitagora. Dicearco, d’altra parte, ci dà quattro preferenze che sembrano a tutti legittime: Talete, Biante, Pittaco, Solone; nomina, dunque, altri sei candidati, tra cui ne van scelti tre: Aristodemo, Panfilo, Chilone lacedemonio, Cleobulo, Anacarsi, Periandro. Alcuni fanno anche la proposta di Acusilao, figlio di Caba o di Scabra, argivo. 42 Ermippo, d’altronde, nello scritto Sui sofi, ne nomina diciassette, tra i quali se ne sono scelti sette secondo varie alternative; sono dunque questi: Solone, Talete, Pittaco, Biante, Chilone, Misone, Cleobulo, Periandro, Anacarsi, Acusilao, Epimenide, Leofanto, Ferecide, Aristodemo, Pitagora, Laso figlio di Carmantide o di Sisimbrino (o, come dice Aristosseno, di Cabrino), Ermione, Anassagora. Ippodoto, infine, nella Lista dei filosofi: Orfeo, Lino, Solone, Periandro, Anacarsi, Cleobulo, Misone, Talete, Biante, Pittaco, Epicarmo, Pitagora.

Di Talete, dunque, si tramandano anche le epistole offerte di seguito:

Talete a Ferecide.

43 Odo la fama che tu, primo degli Ioni, ambisci a pubblicare tra gli Elleni delle lezioni intorno alle cose divine. Ovviamente riconosco come giusto il tuo parere di far sì che lo scritto sia condiviso comunitariamente: sembra meglio questo che lasciare che chicchessia si occupi della questione in assenza di qualunque utilità. Dunque, se la cosa ti persuade, mi andrebbe a genio divenire tuo interlocutore per quanto concerne gli argomenti di cui scrivi; così, se m’inviterai, verrò presso di te a Siro. O non saremmo colti da deliquio, io e Solone l’ateniese, se, ancorché abbiamo navigato sino a Creta in vista del conseguimento del sapere di laggiù, e dopo aver navigato sino in Egitto per frequentare tutti quanti i sacerdoti e gli astronomi che si trovano colà, non navigassimo, dunque, per presentarci anche a te? Infatti, ecco, verrà anche Solone, se non obietterai. 44 Tu, comunque, da amante della tua terra, vieni poco in Ionia, né coltivi il desiderio di conoscere uomini stranieri, tutt’altro: rimani, come spero, proteso a una singola cosa: scrivere. Noi, dal canto nostro, che non scriviamo nulla, percorriamo tanto l’Ellade quanto l’Asia.

Talete a Solone.

Dacché di distanzierai, esule, da Atene, per parte mia suppongo che quel che razionalmente ti si addice sia stabilire la tua dimora in Mileto, presso i vostri coloni, siccome qui non vi è nulla di diro. Se, d’altronde, ti sdegnerai giacché anche noi Milesi siamo coartati dalla tirannide (siccome odi in ogni contesto gli oppressori), ti allieteresti comunque vivendo insieme con noi, i tuoi compari, altroché. Anche Biante ti ha offerto epistolarmente di immigrare a Priene: tu dunque, se ti è più gradita la città di Priene, va’ ad abitare là, così verremo noi ad abitare presso di te.

La traduzione è condotta sul testo dell’edizione critica di Marcovich:
Diogenes Laertius, Vitae philosophorum, ed. D. Marcovich, Lipsiae 1999.


Ti è piaciuto il post? Dona a Filosofia Blog!

Cliccando sul pulsante qui sotto puoi donare a Filosofia Blog una piccola cifra, anche solo 2 euro, pagando in modo sicuro e senza commissioni. Così facendo contribuirai a mantenere i costi vivi di Filosofia Blog. Il servizio di donazioni si appoggia sul circuito il più diffuso e sicuro metodo di pagamento online, usato da più di 150 milioni di persone. Per poter effettuare la donazione non è necessario avere un account Paypal, basta avere una qualsiasi carta di credito o Postepay. Grazie!

Leave a Reply