Diogene Laerzio su Clitomaco (IV, 67)
Diogene Laerzio su Clitomaco (IV, 67)
Ago 14
Brano precedente: Diogene Laerzio su Carneade (IV, 62-66)
67 Clitomaco era cartaginese. Questi si chiamava Asdrubale e filosofava col suo idioma, in patria. Recatosi, dunque, ad Atene quando aveva ormai quarant’anni, ascoltò le dissertazioni di Carneade; ed ecco che quello, giacché gli andava a genio il suo amore per il lavoro, gli fece imparare le lettere e simultaneamente educò quest’uomo. Costui, dunque, ottenne un miglioramento tanto alacre che infine superò i quattrocento libri scritti. Così successe come diadoco a Carneade, e soprattutto, con questi scritti, chiarificò le dissertazioni di quest’ultimo. Quest’uomo trascorse il tempo in queste tre scuole: nell’accademica, nella peripatetica e nella stoica.
In generale, dunque, Timone diffama gli accademici in questo modo:
… né degli accademici la verbosità insulsa…
Noi, dopo aver disaminato gli accademici, derivanti da Platone, passiamo adesso ad occuparci dei peripatetici, derivanti sempre da Platone; iniziatore di costoro fu Aristotele.
La traduzione è condotta sul testo dell’edizione critica di Marcovich:
Diogenes Laertius, Vitae philosophorum, ed. D. Marcovich, Lipsiae 1999.