Temi e protagonisti della filosofia

Diogene Laerzio, Proemio (terza parte: I, I2-17)

Diogene Laerzio, Proemio (terza parte: I, I2-17)

Nov 27

Brano precedente: Diogene Laerzio, Proemio (seconda parte: I, 5-11)

12 Dunque, il primo a scegliere il nome «filosofia» e ad autonominarsi «filosofo» fu Pitagora, dialogando a Sicione con Leonte tiranno di Sicione o di Fliunte, secondo la fama presentata da Eraclide Pontico nell’opera Sull’inanimata, giacché nessuno sarebbe sofo all’infuori del dio: alquanto facilmente, dunque, ci si richiamava alla sofia e si proclamava sofo colui che s’occupava di questa, ossia colui che avesse attinto l’acme nella coltivazione della psiche, mentre filosofo è colui che aspira alla sofia. I sofi, dunque, erano chiamati anche sofisti; e non solo costoro, ma altrettanto i poeti erano chiamati sofisti; con questo nome li chiama anche Cratino negli Archilochi, offrendo le sue lodi a Omero, ad Esiodo e ai prosecutori della loro arte.

13 Dunque, erano denominati sofi costoro: Talete, Solone, Periandro, Cleobulo, Chilone. Al loro novero si aggiungono Anacarsi lo scita, Misone di Chene, Ferecide di Siro, Epimenide il cretese; alcuni dunque proseguono la lista col tiranno Pisistrato. Così questi sono i sofi.

Due principi, dunque, generarono due articolazioni della filosofia: l’una nacque da Anassimandro e l’altra da Pitagora; Anassimandro, dunque, ascoltò le dissertazioni di Talete, mentre Pitagora fu discepolo di Ferecide. Così la prima fu chiamata ionica, giacché Talete, ch’era ione – siccome era milesio –, fu maestro di Anassimandro; l’altra, invece, italica, da Pitagora, giacché la più parte del tempo costui filosofò in Italia. 14 L’indirizzo ionico si conclude con Clitomaco, Crisippo e Teofrasto, l’italico, invece, con Epicuro. Ecco, in ordine: discepolo di Talete fu Anassimandro, di cui fu discepolo Anassimene, di cui fu discepolo Anassagora, di cui fu discepolo Archelao, di cui fu discepolo Socrate, colui che introdusse l’indagine etica; di quest’ultimo, dunque, furono discepoli gli altri socratici e Platone, che istituì l’Accademia antica; discepoli di quest’ultimo furono Speusippo e Senocrate, di cui fu discepolo Polemone, di cui furono discepoli Crantore e Cratete, di cui fu discepolo Arcesialo, colui che inaugurò l’Accademia di mezzo; discepolo di quest’ultimo fu Lacide, colui che attivò l’indagine filosofica dell’Accademia nuova; discepolo di costui fu Carneade, di cui fu discepolo Clitomaco. E così quest’indirizzo termina con Clitomaco.

15 L’indirizzo ionico, inoltre, si conclude con Crisippo in questo modo: discepolo di Socrate fu Antistene, di cui fu discepolo Diogene il cinico, di cui fu discepolo Cratete il tebano, di cui fu discepolo Zenone di Cizio, di cui fu discepolo Cleante, di cui fu discepolo Crisippo. Infine, si conclude con Teofrasto in questo modo: discepolo di Platone fu Aristotele, di cui fu discepolo Teofrasto.

E così l’indirizzo ionico si conclude in questo modo.

L’indirizzo italico, dunque, si sviluppò in questo modo: discepolo di Ferecide fu Pitagora, di cui fu discepolo suo figlio Telauge, di cui fu discepolo Senofane, di cui fu discepolo Parmenide, di cui fu discepolo Zenone l’eleate, di cui fu discepolo Leucippo, di cui fu discepolo Democrito, che fu pieno di discepoli: occorre comunque nominare in particolare Nausifane [e Naucide], di cui fu discepolo Epicuro.

16 All’interno del genere dei filosofi, gli uni sono stati dogmatici, gli altri efettici: dogmatici, da una parte, sono quanti considerano alla portata la comprensione delle cose; efettici, dall’altra, quanti permangono nell’epochè su di esse giacché sembrano loro incomprensibili. Ed alcuni di loro hanno lasciato delle memorie, mentre altri non han scritto assolutamente nulla: s’aggregano per esempio a questi ultimi – così sembra ad alcuni – Socrate, Stilpone, Filippo, Menedemo, Pirrone, Teodoro, Carneade, Brisone; secondo alcuni anche Pitagora, Aristone di Chio, salvo poche epistole; altri, invece, hanno messo insieme un singolo scritto, come Melisso, Parmenide, Anassagora; più d’uno, poi, ne scrisse Zenone, più di lui Senocrate, ancor di più Democrito, persino di più Aristotele e più di lui Crisippo.

17 Tra i filosofi, dunque, alcuni presero nome dalle loro città, come gli eliaci, i megarici, gli eretriaci ed i cirenaici; altri dai loro luoghi di aggregazione, come gli accademici e gli stoici. Ad altri rimase una denominazione a partire da una singolare abitudine, come accadde ai peripatetici, o da acri offese, come accadde ai cinici; altri ancora da disposizioni affettive, come accadde agli eudemonici; alcuni da una posizione scientifica, come accadde ai filaleti, agli elenchici ed agli analogisti; certuni anche dai docenti, come avvenne ai socratici ed agli epicurei, e simili. Così taluni son denominati fisici, perché praticano l’indagine fisica; altri etici, dacché la loro scuola si perfeziona nell’etica; dialettici, infine, si denominano quanti si riconoscono nel perseguimento delle sottigliezze logiche.


La traduzione è condotta sul testo dell’edizione critica di Marcovich:
Diogenes Laertius, Vitae philosophorum, ed. D. Marcovich, Lipsiae 1999.


Brano seguente: Diogene Laerzio, Proemio (quarta parte: I, 18-21)



Ti è piaciuto il post? Dona a Filosofia Blog!

Cliccando sul pulsante qui sotto puoi donare a Filosofia Blog una piccola cifra, anche solo 2 euro, pagando in modo sicuro e senza commissioni. Così facendo contribuirai a mantenere i costi vivi di Filosofia Blog. Il servizio di donazioni si appoggia sul circuito il più diffuso e sicuro metodo di pagamento online, usato da più di 150 milioni di persone. Per poter effettuare la donazione non è necessario avere un account Paypal, basta avere una qualsiasi carta di credito o Postepay. Grazie!

Leave a Reply