Diogene Laerzio, Proemio (prima parte: I, 1-4)
Diogene Laerzio, Proemio (prima parte: I, 1-4)
Nov 131 Alcuni professano che lo studio della filosofia ha avuto origine dai barbari. A farla nascere, infatti, sarebbero stati presso i Persiani i magi, presso i Babilonesi o gli Assiri i caldei, presso gli Indiani i ginnosofisti e presso i Celti e i Galli i cosiddetti druidi e semnotei, secondo la fama riportata da Aristotele nel trattato Sui magi e da Sozione nel ventitreesimo libro della Successione dei diadochi dei filosofi. Dichiarano, dunque, che Oco di nascita era fenicio, Zalmossi tracio e Atlante libico.
Gli Egiziani, ecco, professano che Efesto fu generato dal Nilo, e che egli istituì una filosofia i cui cultori erano sacerdoti e profeti. 2 Da costui ad Alessandro il Macedone, inoltre, sarebbero intercorsi quarantottomilaottocentosessantatré anni; nel corso di questi anni s’ingenerarono trecentosettantasei eclissi di sole ed ottocentotrentadue di luna.
Secondo la fama riportata da Ermodoro il platonico nel trattato Sulle matematiche, dai magi – che nacquero con Zoroastro il persiano – alla distruzione di Troia sarebbero passati cinquemila anni (Xanto il lidio, in più, asserisce che da Zoroastro alla venuta di Serse in Europa ne passarono seimila) e dopo quest’ultimo vi sarebbero stati molti magi suoi diadochi (Ostane, Astrampsico, Gobria, Pazata) sino alla dissoluzione dell’impero dei Persiani soggiogati da Alessandro.
3 Costoro, dunque, non s’accorgono di attribuire ai barbari i conseguimenti degli Elleni, dai quali ebbe origine non solo la filosofia, ma anche il genere umano. Eccone degli esempi: presso gli Ateniesi nacque Museo e presso i Tebani Lino. Ebbene, secondo la fama Museo era figlio di Eumolpo e per primo poetò una Teogonia e una Sfera; avrebbe professato che l’insieme di tutti gli esistenti si genera dall’uno e in questo si risolve. Costui sarebbe trapassato a Falero e gli sarebbe stata scritta come epigrafe quest’elegia:
Il suolo di Falero custodisce l’amato figlio d’Eumolpo,
Museo, corpo consunto, al di sotto di questa tomba.
Col nome del padre di Museo, tra l’altro, sono chiamati gli Eumolpidi presso gli Ateniesi.
4 Lino, poi, sarebbe figlio di Ermete e della musa Urania; avrebbe dunque poetato una cosmogonia, riportato il percorso di sole e luna e scritto sulla generazione di animali e frutti. L’inizio dei poemi di costui è questo:
Vi fu, ordunque, questo tempo in cui tutti gli esseri nacquero assieme.
Prendendo spunto da questo Anassagora professò che tutte le cose nacquero insieme; giunto il nous, dunque, le discriminò come cosmo. Lino, infine, sarebbe trapassato in Eubea soccombendo a una freccia di Apollo, e per lui sarebbe stato composto quest’epigramma:
Qui la terra accolse Lino tebano morto,
ch’era figlio della musa Urania dalla bella corona.
Ebbene, per questo la filosofia ebbe origine dagli Elleni, e anche il suo stesso nome esclude una sua formulazione da parte dei barbari.
La traduzione è condotta sul testo dell’edizione critica di Marcovich:
Diogenes Laertius, Vitae philosophorum, ed. D. Marcovich, Lipsiae 1999.
Brano seguente: Diogene Laerzio, Proemio (seconda parte: I, 5-11)