Vangelo secondo Giovanni 5
Vangelo secondo Giovanni 5
Set 21Brano precedente: Vangelo secondo Giovanni 4
[1] Dopo questi eventi, c’era una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
[2] C’è dunque a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una vasca, detta in ebraico Betesda, avente cinque portici. [3] Sotto di questi giaceva una massa di infermi, ciechi, zoppi, invalidi. [5] C’era dunque là un uomo che versava nella sua infermità da trentotto anni. [6] Gesù, vistolo che giaceva e sapendo che vi versava già da molto tempo, gli dice: «Vuoi divenire sano?». [7] Gli rispose l’infermo: «Signore, non ho una persona che mi metta nella piscina quando l’acqua viene mossa; dunque, nel momento in cui ci vado io, un altro vi scende prima di me». [8] Gli dice Gesù: «Alzati, prendi la tua barella e cammina». [9] E subito l’uomo divenne sano e prese la sua barella e camminava.
Quel giorno però era sabato. [10] Dicevano quindi i Giudei al curato: «È sabato e non ti è lecito prendere la tua barella». [11] Quello rispose loro: «Colui che mi ha reso sano mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». [12] Gli chiesero: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». [13] Il guarito però non sapeva chi era: Gesù infatti s’era eclissato, essendoci folla in quel luogo. [14] Dpo questi eventi Gesù lo trovò nel santuario e gli disse: «Ecco che sei divenuto sano; non peccare più, affinché non ti avvenga qualcosa di peggio». [15] L’uomo se ne andò ed annunciò ai Giudei che era Gesù colui che l’aveva reso sano. [16] E per questo i Giudei perseguitavano Gesù, giacché faceva queste cose di sabato.
[17] Ma [Gesù] rispose loro: «Mio padre opera sino ad adesso e anch’io opero». [18] Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, giacché non solo violava il sabato, ma anche perché dichiarava Dio proprio Padre, rendendo sé stesso eguale a Dio.
[19] Rispose dunque Gesù e diceva loro: «In verità, in verità vi dico: il Figlio non può da sé stesso fare nulla se non ciò che vede il Padre fare: le opere, infatti, che il Padre fa, anche il Figlio similmente le fa. [20] Il Padre infatti ama il Figlio e gli indica tutte le opere che egli fa, e gli indicherà opere maggiori di queste, affinché voi vi stupiate. [21] Come, infatti, il Padre resuscita e vivifica i morti, così anche il Figlio vivifica quelli che vuole. [22] Il Padre infatti non giudica nessumo, ma ha dato tutto il giudizio al Figlio, [23] affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre: colui che non onora il Figlio non onora il Padre, il quale l’ha mandato.
[24] In verità, in verità vi dico che chi ascolta il mio logos e ha fede in colui che mi ha mandato ha vita eterna e non va a giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. [25] In verità, in verità vi dico che viene un’ora, ed è adesso, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e coloro che l’avranno udita vivranno. [26] Come, infatti, il Padre ha vita in sé stesso, così ha dato anche al Figlio di avere vita in sé stesso. [27] E gli ha dato potestà di fare cernita, giacché è figlio dell’uomo. [28] Non stupitevi di questo, giacché viene l’ora in cui tutti queli che son nei sepolcri udranno la sua voce [29] e ne usciranno: coloro che hanno fatto il bene, verso una risurrezione di vita; coloro che invece hanno praticato il male, verso una risurrezione di giudizio.
[30] Io non posso fare nulla da me stesso; come odo giudico ed il mio giudizio è giusto, giacchè non cerco la mia volontà ma la volontà di colui che mi ha mandato.
[31] Se io testimonio per me stesso, la mia testimonianza non è vera; [32] colui che testimonia per me è un altro, e so che è vera la testimonianza che testimonia per me. [33] Voi avete inviato una delegazione a Giovanni, ed ha reso testimonianza alla verità; [34] io però non ricevo la testimonianza da un uomo, ma dico queste cose affinché voi vi salviate. [35] Egli era il lume ardente e splendente, voi dunque avete voluto rallegrarvi per breve tempo nella sua luce.
[36] Io però ho una testimonianza maggiore di quella di Giovanni: infatti le opere che il Padre mi ha dato da compiere, queste stesse opere, che io faccio, testimoniano per me che il Padre mi ha inviato. [37] Anche il Padre, il quale mi ha mandato, ha testimoniato per me. Non avete mai udito la sua voce né avete veduto il suo volto, [38] e non avete il suo logos che rimane in voi, giacché voi non avete fede in colui che egli ha mandato. [39] Scrutate le Scritture, giacché pensate di avere in grazia di esse vita eterna: e sono esse che testimoniano per me; [40] eppure non volete venire a me per avere vita.
[41] Io non colgo gloria dagli uomini, [42] ma vi ho conosciuto: non avete l’amore di Dio in voi stessi. [43] Io son venuto nel nome del Padre mio, e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. [44] Come potete aver fede voi, che cogliete gloria gli uni dagli altri e non cercate la gloria dal solo Dio?
[45] Non pensate che io vi accuserò di fronte al Padre: il vostro accusatore è Mosè, nel quale voi avete sperato. [46] Se aveste fede in Mosè, allora avreste fede anche in me: su di me, infattii, egli ha scritto. [47] Se dunque non avete fede nei suoi scritti, come avrete fede nelle mie parole?».
La traduzione dal greco è condotta sul testo critico di riferimento: Novum Testamentum Graece, 28° edizione riveduta, edito da Barbara Aland e altri, © 2012 Deutsche Bibelgesellschaft, Stuttgart.
Brano seguente: Vangelo secondo Giovanni 6