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Vangelo secondo Giovanni 10

Vangelo secondo Giovanni 10

Ott 26

Brano precedente: Vangelo secondo Giovanni 9

[1] «In verità, in verità vi dico: colui che non entra attraverso la porta nell’ovile delle pecore, ma s’arrampica da un’altra parte, è ladro e lestofante; [2] colui che invece entra attraverso la porta è pastore delle pecore. [3] A lui il guardiano apre e le pecore ascoltano la sua voce e chiama le proprie pecore per nome e le conduce all’esterno. [4] Quando ha spitno all’esterno tutte le proprie, si porta innanzi a loro e le pecore lo seguono, giacché conoscono la sua voce; invece non seguiranno un estraneo, ma fuggiranno da lui, giacché non conoscono la voce degli estranei». [6] Gesù disse loro questa parabola, loro però non riconobbero che cos’era ciò di cui parlava loro.

[7] Disse quindi di nuovo Gesù: «In verità, in verità vi dico ciò: io sono la porta delle pecore. [8] Tutti quanti coloro che vennero [prima di me] sono ladri e lestofanti, ma le pecore non li ascoltarono. [9] Io sono la porta: se uno entrerà attraverso di me si salverà ed entrerà ed uscirà e troverà pascolo. [10] Il ladro non viene se non per rubare ed uccidere e distruggere; io venni perché abbiano vita e l’abbiano in abbondanza.

[11] Io sono il buon pastore. Il buon pastore sacrifica la sua vita per le pecore; [12] il mercenario invece, che non è pastore, che non è poprietario delle pecore, vede venire il lupo ed abbandona le pecore e fugge ‒ ed il lupo le rapisce e le disperde ‒ [13] giacché è mercenario e non si cura delle pecore.

[14] Io sono il buon pastore e conosco le mie e le mie conoscono me, [15] come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e sacrifico la mia vita per le pecore. [16] Ed ho altre pecore che non sono di quest’ovile: anch’esse io devo condurre e ascolteranno la mia voce, e diverranno un unico gregge, un unico pastore.

[17] Per questo il Padre mi ama, giacché io sacrifico la mia vita, per coglierla di nuovo. [18] Nessuno la toglie da me, ma io la sacrifico da me stesso. Ho potestà di sacrificarla, ed ho potestà di coglierla di nuovo: ricevetti questo comando dal Padre mio».

[19] Si generò di nuovo una scissione tra i Giudei per questi logoi. [20] Molti di loro dunque dicevano: «Ha un demonio e delira: perché lo ascoltate?». [21] Altri invece dicevano: «Queste parole non sono d’un indemoniato: un demonio non potrà mica aprire gli occhi a dei ciechi?».

[22] Ricorreva allora la festa della Dedicazione a Gerusalemme, era inverno, [23] e Gesù passeggiava nel santuario nel portico di Salomone. [24] Lo circondavano quindi i Giudei e gli dicevano: «Sino a quando terrai in sospeso il nostro animo? Se tu sei il Cristo, diccelo apertis verbis». [25] Rispose loro Gesù: «Ve l’ho detto e non avete avuto fede; le opere che io faccio nel nome del Padre mio, queste testimoniano per me; [26] ma voi non avete fede, giacché non siete delle mie pecore. [27] Le mie pecore ascoltano la mia voce, e io le conosco e mi seguono, [28] e io do loro vita eterna e non periranno in eterno e non le rapirà alcuno dalla mia mano. [29] Il Padre mio che me le ha date è maggiore di tutti, e nessuno può rapirle dalla sua mano. [30] Io ed il Padre siamo uno».

[31] I Giudei raccolsero di nuovo pietre per lapidarlo. [32] Rispose loro Gesù: «Vi ho indicato molte opere buone da parte del Padre; tra di esse, per quale opera mi lapidate?». [33] Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona ma per blasfemia, e perché tu, pur essendo uomo, rendi te stesso Dio». [34] Rispose loro Gesù: «Non è scritto ciò nella vosta Legge: Io ho detto: siete dèi? [35] Se ha detto dèi coloro per i quali quel logos di Dio fu generato, e non si può abolire la Scrittura, [36] a colui che il Padre ha santificato ed ha inviato nel mondo voi dite ciò: “Bestemmi”, perché ho detto: “Io sono il Figlio di Dio”? [37] Se non faccio le opere del Padre mio, non abbiate fede in me; [38] se invece le faccio, anche se non avete fede in me, abbiate fede nelle opere, affinché sappiate e riconosciate che il Padre è in me e io nel Padre». [39] Cercarono [quindi] di arrestarlo di nuovo, eppure sfuggì dalle loro mani.

[40] E se ne andò di nuovo oltre il Giordano verso il luogo dove dapprima c’era Giovanni che battezzava e rimase là. [41] E molti vennero a lui e dicevano ciò: «Giovanni non fece alcun segno, però tutto quanto Giovanni disse su costui era vero». [42] E molti ebbero fede in lui là.

La traduzione dal greco è condotta sul testo critico di riferimento: Novum Testamentum Graece, 28° edizione riveduta, edito da Barbara Aland e altri, © 2012 Deutsche Bibelgesellschaft, Stuttgart.

Brano seguente: Vangelo secondo Giovanni 11

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