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LIBRO B, DISCUSSIONE DELLA PRIMA APORIA

LIBRO B, DISCUSSIONE DELLA PRIMA APORIA

Mar 26

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Dopo aver enumerato una serie di aporie nel libro B, Aristotele procede alla loro discussione. Oggi analizziamo la discussione di queste aporie partendo dalla prima.

La prima aporia esamina il problema se una solo scienza può studiare tutte le cause o se questo è un lavoro adatto a più scienze. Il primo argomento è a favore di una molteplicità di scienze: gli enti immobili, le cause prime che non sono a loro volta causate e che non si annullano nel loro effetto, questi non contengono il principio del movimento poiché sono immobili e tantomeno la causa finale poiché sono causa motrici. Sembra che gli enti immobili che sono origine di tutti gli altri enti rispondano ad alcuni tii di cause, e che quindi sia possibile dedicare una scienza alle cause che concernono questi enti e quindi almeno una scienza secondo ogni causa. Negli enti immobili inoltre non può essere presente il bene poiché il bene è un fine in sé, quindi a questi certamente non appartiene nemmeno la causa finale. Aristotele poi aggiunge che la matematica di per sé non ha dimostrazioni secondo il bene (e nemmeno al contrario: il male) poiché la matematica non è un fine, e non può agire secondo una causa finale. A differenza delle scienza materiali, secondo esempio di Aristotele, dove si agisce per il bene o per il male e dove ogni causa è evidente: nel fare una casa causa motrice sono il costruttore di case e l’arte (architettonica), il fine è l’opera cioè la casa, la materia sono i mattoni e gli altri materiali, la forma è la nozione o l’essenza della casa.

Aristotele poi riporta alcuni argomenti già visti nel primo libro: fra le scienze è più importante la scienza delle cause infatti si dice più sapiente chi conosce anche il “perché”, rispetto a chi conosce solo il “come”. Quindi la scienza più importante sarà quella che conosce la causa e così avviene nei cantieri che gli operai ascoltino gli ingegneri, coloro che sanno il perché e come fare il lavoro. Delle cause le cause più importanti sono le cause primitive, quelle da cui non vi è altra causa precedente, ma che causano ogni altra cosa. Le cause sono quattro, di queste, quella in cui si istanzia in maggior modo il sapere è la causa formale, secondo la quale si possono formare le dimostrazioni che sono un modo del sillogismo. Non è il fine poiché il fine, inteso come bene, riguarda oggetti in movimento, che appunto mirano ad un fine. Negli enti in movimento la cosa più importante è il movimento che non riguarda i principi immobili. La causa materiale non viene citata da Aristotele ma, seguendo le note di Zanatta, se questa viene considerata come pura potenza allora si capisce che non esprima una eccellenza né ontologica, né gnoseologica. Inoltre se la scienza studia il perché e cioè il principio, se il principio può essere definito secondo quattro tipi di causalità, ciò comunque non rende necessarie quattro scienze ma un’unica scienza della cause poiché sono aspetti di un unico oggetto e non diversi oggetti. Se avessimo quattro scienze che studiano le quattro cause ognuna presa singolarmente non ci sarebbe motivo di chiamare scienza l’una rispetto all’altra, perché ad esempio la causa formale non causa la causa materiale, esse sono principio allo stesso modo. Fra queste quella che maggiormente si presta al sapere, come abbiamo visto sopra, è la causa formale.

Quindi abbiamo visto come la strategia aristotelica parta dal considerare l’antitesi per poi annullarla e farne emergere l’invalidità, ciò in modo da argomentare la sua tesi, cioè che la scienza delle cause è una.


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