Aristotele, Sulla filosofia del trattato di Archita
Aristotele, Sulla filosofia del trattato di Archita
Giu 20
FRAMMENTI
1
Simpl., In Arist. De caelo, p. 296, 16-18: ebbene sì, Aristotele ha conosciuto queste vedute, siccome, riassumendo il Timeo di Platone, scrive: «professa, dunque, che è generabile siccome sensibile; ipotizza dunque che il sensibile sia generabile, mentre l’intelligibile sia ingenerabile».
2
Damasc., Pr., II, 172, 16-22 (Ruelle): meglio allora rimanere nell’orizzonte della sua definizione, conformemente alla consuetudine pitagorica e a quella dello stesso Platone, intendendo come «altre» le cose materiali e la stessa ile [: materia], siccome, or dunque, nel Fedone le denomina in questo modo: «le altre cose»*, leggendo gli oggetti sensibili come altri rispetto alle idee, oltreché in altri oggetti ancora. Aristotele, dunque, nelle perlustrazioni Su Archita evidenzia che anche Pitagora chiamava la ile [: materia] «altro» siccome scorrevole e natura diveniente eternamente [: sempre] altro. Dunque è chiaro anche Platone riguardo al definire in questa maniera le altre cose.
* Cfr. Phaed., 83 b.
La traduzione dal greco è stata condotta sul testo stabilito da Ross in:
Aristotelis, Fragmenta selecta, recognovit brevique adnotatione critica instruxit W. D. Ross, Oxford, Clarendon Press 1955.