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Disaccordo e teorie dell’argomentazione (4)

Disaccordo e teorie dell’argomentazione (4)

Mar 01

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Scott Jacobs e Sally Jackson

Assumendo un approccio conversazionalista, ossia focalizzato sulla conversazione intesa come particolare tipo di interazione, Scott Jacobs e Sally Jackson svolgono un’analisi pragmatica dell’argomentazione differente da quella di van Eemeren e Grootendorst. Infatti, mentre per questi ultimi autori il disaccordo è analizzato solo in termini proposizionali (Eemeren et al., 2002), Jacobs e Jackson considerano il disaccordo un problema della conversazione e una condizione necessaria all’argomentazione stessa, al punto da affermare che dove c’è argomentazione, c’è disaccordo:

l’argomentazione si trova nelle situazioni di disaccordo esplicito, implicito o ideale (Jacobs, 1986: p. 229).

Per Jacob e Jackson il disaccordo sarebbe una contraddizione delle condizioni presupposte dagli atti linguistici (Jacobs & Jackson, 1982: pp. 226-227) e l’argomentazione avrebbe la funzione di gestirlo (Jacobs, 1986). Gli atti linguistici, infatti, tenderebbero a esibire una strutturale preferenza per l’accordo. Prova di questa caratteristica è l’esecuzione di una richiesta: essa sarebbe in se stessa ragione d’accondiscendenza per il ricevente che, rifiutandola, assume su di sé una sorta di ”onere della prova”, ossia l’onere di giustificare il suo rifiuto (Jacobs & Jackson, 1981: pp. 83-84). Il disaccordo, pertanto, non nascerebbe dal considerare una proposizione vera o falsa. Il disaccordo sulla verità o falsità di un’asserzione sarebbe solo un caso limitato del principio generale che il disaccordo sia tra atti linguistici (Jacobs & Jackson, 1982: pp. 226-227). Alle volte, infatti, il contenuto proposizionale non è messo in questione: ad esempio, qualora il destinatario di una domanda si rifiutasse di rispondere, inficerebbe la validità dell’atto linguistico del domandare, che presuppone la capacità e la voglia di rispondere del destinatario, piuttosto che il contenuto proposizionale (Jacobs, 1989: pp. 345-365). Altre volte, invece, nella conversazione, a differenza di quanto avviene nel dibattito, la verità e la coerenza di ciò che viene detto possono essere addirittura un ostacolo all’accordo (Jackson & Jacobs, 1992: p. 686). Questa affermazione rende evidente la natura pragmatica, sociale e non epistemica dell’analisi argomentativa di Jacobs e Jackson.

Bibliografia

  • Eemeren, van F., Grootendorst, R. e Henkemans, F. S. (2002). Argumentation. Analysis, Evaluation, Presentation. Mahawah: Taylor & Francis;
  • Jackson, S. e Jacobs, S. (1992). Structure of Conversational Argument: Pragmatic Bases for the Enthymeme. In (a cura di) Benoit, W. L., Hample, D. e Benoit, P. J., Readings in Argumentation. Berlin: Foris, 681-706;
  • Jacobs, S. (1986). The Management of Disagreement in Conversation. In (a cura di) Grootendorst, R., Blair, A. J. e Willard, C. A., Argumentation: Across the Lines of Discipline. Dordrecht: Foris, 229-240;
  • Jacobs, S. (1989). Speech Acts and Arguments. Argumentation, 3(4), 345-365;
  • Jacobs, S. e Jackson, S. (1981). The collaborative Production of Proposals in Conversational Argument and Persuasion: a Study of Disagreement Regulation. Journal of American Forensic Association, 18(1), 83-84;
  • Jacobs, S. e Jackson, S. (1982). Conversational Argument: A Discourse Analytic Approach. In (a cura di) Cox, R. e Willard, C. A., Advances in Argumentation Theory and Research. Carbondale: Southern Illinois University Press, 226-227.

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