Temi e protagonisti della filosofia

Argomentazione e uditorio

Argomentazione e uditorio

Ago 04

L’esposizione offerta da C. Perelman e L. Olbrechts-Tyteca nel loro Trattato dell’argomentazione ci ha rivelato che ogni attività argomentativa è un gioco cui partecipano almeno due giocatori: un oratore e un uditore. In particolare, è facile costatare che in quell’attività chiamata filosofia l’oratore stesso è un filosofo. A questo punto, che cosa possiamo dire dell’uditorio?

Gli autori del Trattato distinguono e discutono vari tipi d’uditorio cui un oratore si può rivolgere, comuni tanto alla pratica filosofica o ad altre pratiche specialistiche, quanto alle argomentazioni più comuni e quotidiane (pp. 33-48):

  • un uditorio particolare – portatore di un punto di vista costituito da interessi, emozioni, competenze – composto da almeno un ascoltatore che può essere: a) diverso dall’oratore, ossia un’altra persona; b) identico all’oratore, cioè lui stesso;
  • un uditorio universale, costituito idealmente dall’intera umanità razionale e di cui tutti gli uditorî particolari sarebbero «incarnazioni sempre precarie» (p. 33), che funge da “idea regolativa” per stabilire la portata e l’efficacia dell’argomentazione.

Qui possiamo sorvolare sul concetto piuttosto problematico di uditorio universale, perché di fatto un oratore ha sempre a che fare con un uditorio particolare. Così, ad esempio, uno studente di filosofia che elabora la propria tesi di laurea si rivolgerà come minimo al proprio docente relatore, ma meglio se scriverà pensando alla futura commissione valutatrice, o magari all’intera comunità dei filosofi. (Comporre una tesi in filosofia “solipsisticamente”, ossia rivolgendosi solo a se stessi, potrebbe essere controproducente.)

E ancora: un politico, durante un discorso in parlamento, può decidere di rivolgersi all’intero emiciclo, oppure può scegliere di parlare solo ai membri della sua fazione, rinunciando a convincere i membri della parte avversa. Oppure un giornalista, mentre compone un’intervista o svolge un’inchiesta, può avere in mente il pubblico costituito dai lettori del suo giornale, o addirittura più ristretto: solo alcuni di quei lettori.

Allo stesso modo, uno scienziato può scegliere se esporre metodi e risultati delle proprie ricerche ai colleghi della propria disciplina (livello intraspecialistico), ai colleghi scienziati di altre discipline (livello interspecialistico) o a un pubblico di non scienziati (livello extraspecialistico). E gli esempi potrebbero moltiplicarsi.

Finora, trattando di argomentazione, ci siamo mantenuti su un piano più o meno descrittivo, inquadrandola nel campo della logica informale pur caratterizzandola come “mediana”, distinguendo due sensi di ‘argomentazione’ e infine definendo ‘oratore’ e ‘uditorio’. Prossimamente ci sposteremo su un piano più prescrittivo, analizzando quale relazione dovrebbe intrattenere l’oratore con il suo uditorio per conseguire la finalità propria di un’attività argomentativa.

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