Temi e protagonisti della filosofia

Il viaggio in Tibet di Ippolito Desideri (1)

Il viaggio in Tibet di Ippolito Desideri (1)

Ago 18

 
Oggi pubblichiamo il primo articolo di Carlo Vettore, giornalista e studente magistrale di Scienze filosofiche all’Università di Padova. Carlo inizia la sua collaborazione con Filosofia Blog proponendo la pubblicazione della sua tesi di laurea triennale sul viaggio in Tibet di Ippolito Desideri e l’incontro con le filosofie orientali. Ringraziandolo per il contributo, gli diamo il benvenuto tra i collaboratori del blog.
 

Introduzione

Ripercorrendo le tappe del viaggio di Ippolito Desideri ho rivisto con i suoi occhi tanti posti a me familiari. Così, leggendo e ricercando, è cresciuto l’entusiasmo e – lo ammetto – non ho potuto far altro che meravigliarmi e parteggiare per lui, come se mi trovassi di fronte a un romanzo d’avventura. C’è però molto di più: mi sono trovato catapultato in un viaggio interiore nel quale, in maniera riflessiva, ho rivisto qua e là me stesso. Alle volte le esperienze ed i sentimenti di un uomo straordinario del passato possono fungere da specchio sul quale ritrovare un volto contemporaneo. L’approccio del padre pistoiese nei confronti dell’altro da sé presenta un tratto estremamente moderno: il suo partire dal rispetto degli usi, dei costumi e della religiosità, gli ha offerto la possibilità di gettare un ponte tra due mondi così diversi e lontani, l’Oriente e l’Occidente.

La scoperta dell’altro e la delicatezza ed acutezza con cui il gesuita tenta di interpretarlo sono le direttrici su cui ho mosso la mia ricerca. Nella prima parte ho esposto le sue scoperte, lineamenti fondamentali entro i quali apprendere la grandezza della sua figura; nella seconda ho riportato il viaggio e la storia della sua vita; nella terza ho ripercorso alcune tematiche filosofico-religiose su cui egli va ad indagare.

La vita di Desideri, per una complessa serie di vicende politico-religiose, presenta caratteri avventurosi e straordinari: ancor oggi non cessa di affascinare e riservare sorprese. Leggendo i suoi scritti si resta colpiti dal talento eccezionale di studioso e dal suo straordinario genio linguistico, qualità che gli permisero di apprendere in poco tempo la lingua tibetana e di comprendere alcuni aspetti del pensiero filosofico e religioso buddhista. Desideri fu tra i primi religiosi cristiani a conoscere in modo preciso alcune dottrine fondamentali del buddhismo, inaugurando tra queste due grandi religioni un dialogo che ancora oggi, a distanza di secoli, rimane costellato di incomprensioni e giudizi reciproci. Molti missionari gesuiti in Asia compresero quanto fosse necessario, di fronte a religioni e filosofie con una tradizione millenaria, adottare un atteggiamento prudente, evitando di offendere la sensibilità e le credenze dei popoli da convertire e adattando la predicazione alla cultura del luogo, senza per questo compromettere l’integrità del messaggio evangelico. Desideri fu assolutamente in linea con questo metodo, che si discosta dagli eccessi a cui erano giunti i portoghesi in India o gli spagnoli in America con l’ottusa crudeltà dei loro metodi.

Sfortunatamente la sua presenza fu troppo breve per permettergli una conoscenza maggiore di tutti gli ambiti della religione tibetana: non arrivò ad approfondire ad esempio gli aspetti esoterici del buddhismo ed il loro portato simbolico, interpretandoli come forme incomprensibili di idolatria dal carattere oscuro o demoniaco.

La sua è in ogni caso una figura eclettica che spazia, ricerca e scopre in ogni campo. Parte: ha un obiettivo più importante della sua stessa vita. E ritorna. In entrambe le direzioni ha la forza di lasciare il segno.
Un ringraziamento particolare alla prof.ssa Chiara Cremonesi: non ho perso una lezione del suo ricco e coinvolgente corso in Storia delle Religioni. E grazie al suo contagioso entusiasmo sono qui ora ad appassionarmi alle vicende di Ippolito Desideri.
 
Parte successiva: Il viaggio in Tibet di Ippolito Desideri (2)
 


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