Temi e protagonisti della filosofia

L’etica stoica VIII. Catalogo delle virtù

L’etica stoica VIII. Catalogo delle virtù

Mag 18

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Gli stoici ammettono, quali declinazioni dell’unica scienza dei beni e dei mali, quattro virtù cardinali o primarie à la Platone (saggezza, temperanza, fortezza e giustizia), a ciscuna delle quali sono subordinate altre virtù derivate.

  1. La saggezza (phronesis), che concerne i doveri o compiti dell’uomo, è la scienza di ciò che si deve fare (prescritto), di ciò che non si deve fare (proibito) e di ciò che non è né prescritto né proibito (permesso), oppure la scienza dei beni e dei mali e di ciò che non è né bene né male in rapporto all’animale politico. Suo contrario è il vizio della dissennatezza (aphrosyne), cioè l’ignoranza dei beni, dei mali e degl’indifferenti ovvero l’ignoranza di ciò che va fatto o che va evitato o che è indifferente fare o evitare. Dipendono dalla saggezza le seguenti virtù secondarie: l’assennatezza, cioè la scienza che stabilisce i modi e gli atti del comportamento buono, il buon senso, cioè la scienza che soppesa e valuta nell’insieme le azioni compiute o da compiersi, la perspicacia, cioè la scienza che conferisce prontezza nel trovare le soluzioni convenienti, l’intelligenza, cioè la scienza che permette di distinguere il meglio dal peggio, la sagacia, cioè la scienza che mena dritti allo scopo in ogni tipo di evenienza, e l’ingegnosità, cioè la scienza odissiaca che indica la via d’uscita in ogni circostanza.
  2. La temperanza (sophrosyne), che concerne gl’impulsi dell’uomo, è la scienza di ciò che si deve scegliere, di ciò che si deve evitare e di ciò che non si deve né scegliere né evitare. Dalla temperanza dipendono britishly: la buona educazione, cioè la scienza che dispone come vadano compiute determinate azioni rispettando le precedenze e l’ordine generale, la decenza, cioè la scienza degli atteggiamenti convenienti e di quelli sconvenienti, il pudore, cioé la scienza che assicura dalle giuste critiche, e l’autocontrollo, cioè la scienza che stabilisce termini insuperabili di ciò che risulta essere la retta ragione.
  3. La fortezza o coraggio (andreia), che concerne gli ostacoli e le difficoltà da affrontare, è la scienza di ciò che è temibile o non temibile o indifferente. Suo vizio contrario è la viltà (deilia), cioè l’ignoranza di ciò che è temibile, non temibile o indifferente. Dipendono dal coraggio: la costanza, cioè la scienza che ci conferma nei buoni giudizi, l’ardire, cioè la scienza che informa su quando non ci esponiamo a mali irreparabili, la magnanimità, cioè la scienza che ci solleva sugli eventi che naturalmente coinvolgono tanto i buoni e virtuosi quanto i cattivi e viziosi, la fermezza, cioè la scienza di un’anima che non si lascia abbattere, e la capacità di sopportazione, cioè la scienza che permette di ottenere lo scopo nonostante la fatica ed il dolore.
  4. La giustizia (dikaiosyne) è la scienza che consente di distribuire equamente i beni a ciascuno. Il vizio contrario, cioè l’ingiustizia (adikia) è il non saper assegnare i beni a ciascuno equamente. Dalla giustizia dipendono: la religiosità, cioè la scienza del culto degli dei, la generosità, cioè la scienza delle buone azioni, l’affabilità, cioè la scienza del quieto vivere in società e la socievolezza, cioè la scienza di relazionarsi cordialmente cogli altri.

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