Una prospettiva contemporanea sul rapporto tra filosofia e religione. Intervista di Tudor Petcu a Peter Jonkers
Una prospettiva contemporanea sul rapporto tra filosofia e religione. Intervista di Tudor Petcu a Peter Jonkers
Mag 18
Nota introduttiva sull’intervistato: Peter Jonkers, filosofo olandese, insegna all’Università di Tilburg. Tra i suoi ambiti di ricerca vi sono la filosofia della religione, la metafisica, la filosofia della cultura e la storia della filosofia moderna (sopratutto Hegel e i suoi contemporanei). Tra le sue pubblicazioni:
- P. Jonkers, From rational doctrine to Christian wisdom. A possible response of the Church to today’s seekers. In: S. Hellemans and P. Jonkers (ed.), A Catholic Minority Church in a World of Seekers. Council for Research in Values and Philosophy, Washington D.C., 2015, 163-191.
- P. Jonkers, A Reasonable Faith. Pope Benedict’s Response to Rawls. Tom Bailey and Valentina Gentile (eds.), Rawls and Religion. New York, Columbia University Press, 2015, 221-241.
- P. Jonkers, The Interest of Reason Is To Go Without God. Jacobi’s Polemic Against Philosophical Theology. In: Journal of Religious History, 38, 1, 2014, 20-34.
- P. Jonkers, Das gespannte Verhältnis zwischen Religion und Politik in der Modernität. Versuch einer Aktualisierung der hegelschen Rechtsphilosophie. In: A. Arndt u.a. (Hrsg.), Hegel-Jahrbuch 2013:Hegel und die Moderne. Zweiter Teil. Berlin, Walter de Gruyer, 2013, 51-56.
- P. Jonkers, Jacobi und die kahlen Reste der Metaphysik. In: Myriam Gerhardt, Annette Sell, Lu de Vos (Hrsg.), Metaphysik und Metaphysikkritik in der klassischen deutschen Philosophie (Hegel-Studien, Beiheft 57). Hamburg, Meiner, 2012, 61-81.
D: Vorrei cominciare il nostro dialogo tenendo conto delle somiglianze tra filosofia e religione, in considerazione del fatto che è molto più facile parlare delle loro differenze come campi di ricerca. Quale sarebbe dal suo punto di vista lo scopo principale di queste due discipline, entrambe incentrate sull’idea di “sapienza“?
R: Forse la somiglianza più importante tra la filosofia e la religione è che entrambe sviluppano una visione di tutta la realtà sulla base di un’idea del suo fondamento. Per formulare la cosa in modo tecnico, la filosofia e la religione hanno il loro (onnicomprensivo) carattere trascendente in comune. Naturalmente, non tutti i filosofi sarebbero d’accordo con questa descrizione della filosofia, dal momento che è piuttosto metafisica, ma comunque tutti i filosofi sono d’accordo sulla natura radicale della filosofia, il che implica che la filosofia esplora le radici della realtà. In effetti, la religione e la filosofia tendono alla sapienza, che fa appello alla natura onnicomprensiva e radicale di entrambe. Questa caratteristica segna la differenza tra religione / filosofia e conoscenza tecnica o scientifica, che è più frammentaria e meno radicale. Oltre a questo tipo di sapienza teorica, la religione e la filosofia (in particolare, l’etica) hanno anche in comune l’idea di sapienza pratica. Entrambe presentano e riflettono criticamente su un ideale di vita buona, di realizzazione umana, ecc, e mirano a orientare la vita umana verso questo ideale.
D: L’idea di “filosofia della religione” potrebbe sembrare difficile per chiunque ritenga che la filosofia in sé non abbia nulla a che fare con la religione a causa del fatto che la religione pretende di avere già la verità, mentre la filosofia è sempre alla ricerca della verità. Ma come possiamo scoprire un metodo comune di verità, sia nella filosofia sia nella religione?
R: Prima di tutto, è importante fare una distinzione all’interno della filosofia della religione tra teologia filosofica (o razionale o naturale) e la filosofia della religione in senso stretto. La teologia filosofica offre un sostegno razionale agli articoli centrali di fede della religione (cristiana), come per esempio l’esistenza di Dio, l’immortalità dell’anima umana e la legge morale naturale. Nel secolo dei lumi (soprattutto nella filosofia di Hume e Kant) questo tipo di teologia naturale è stato respinto e (in una certa misura) sostituito dalla filosofia della religione in senso stretto. Si tratta di una riflessione filosofica sul fenomeno (culturale) della religione. Questa disciplina comprende filosofi atei tanto quanto teisti. In realtà, la teologia filosofica e la filosofia della religione in senso stretto sono molto importanti per la religione, perché criticano gli elementi superstiziosi nella religione, e forniscono argomenti razionali per le intuizioni religiose, in modo che queste possano essere comprese da persone secolarizzate. In un certo senso, si può anche dire che la ricerca della verità è un metodo comune a religione e filosofia: naturalmente, dal punto di vista religioso, si può dire che, dal momento che Dio è la verità, la religione ha la verità, ma bisogna tenere a mente che Dio non rivela la sua verità direttamente e senza ambiguità agli esseri umani. Quindi, le persone religiose sono costantemente alla ricerca della verità divina, proprio come i filosofi (secolari). Naturalmente, l’ambito della ricerca filosofica della verità è molto più ampio di quello religioso (nel quale la Bibbia e la tradizione danno un orientamento in cui la verità può essere trovata); inoltre la ricerca religiosa della verità non è solo una questione di ragione umana (come è il caso della filosofia), ma comprende tutte le dimensioni dell’esistenza umana (emozionale, spirituale, fisica, ecc).
D: È molto difficile dire che la religione stessa potrebbe essere basata sulla logica, a confronto con la filosofia, che può essere definita prima di tutto attraverso diverse logiche, soprattutto quelle modali. Ma, in ogni caso, pensa che ci potrebbero essere eventuali logiche religiose basate su una comprensione filosofica?
R: Soprattutto la religione cristiana ha una tradizione lunghissima e ancora attuale di argomentazione razionale (e anche logica), ma, come detto, i suoi principi di base sono una questione di rivelazione divina. Tuttavia, non è corretto dire che la filosofia sia una questione di sola logica. Come già sapeva Aristotele, i principi di base della filosofia non possono essere provati con l’aiuto della logica, dal momento che questo si tradurrebbe in un regresso all’infinito, ma sono una questione di intuizione intellettuale. Un aspetto importante della filosofia (contemporanea) consiste appunto nell’esaminare criticamente la verità di questi presupposti di base. Ciò si riassume nel famoso detto di Shakespeare: “Ci sono più cose in cielo e in terra di quante ne sogni la tua filosofia”.
D: Sono sempre stato persuaso che la religione (e quando parlo di religioni, faccio particolarmente riferimento a cristianesimo, ebraismo e islam) abbia un certo compito filosofico che rimane ancora un mistero per diversi filosofi. Quali sarebbero a suo parere i principali compiti filosofici della religione?
R: Jürgen Habermas, che è un filosofo contemporaneo laico, apprezza molto la religione per le sue profonde intuizioni sulla natura umana, sulla società e sul mondo. Anche se queste intuizioni non sono sostenute con lo stesso rigore razionale presente nella filosofia, sono di grande importanza euristica per la filosofia. Veda in questo contesto il saggio di Habermas Fede e Conoscenza.
D: Sarei molto interessato a prendere in considerazione per il nostro dialogo l’idea di una “epistemologia religiosa”, anche se una simile idea sarebbe criticata da molti filosofi pragmatici che probabilmente ritengono che l’epistemologia non possa mai essere religiosa. Ma come potrebbe essere possibile l’epistemologia di cui sto parlando e quale sarebbe il suo punto di vista filosofico su di essa?
R: Veda la mia risposta alla terza domanda.
D: Pensa che la metafisica sia la caratteristica principale della filosofia della religione? Se è così, come dovremmo comprendere e analizzare la filosofia della religione come metafisica attraverso la filosofia del linguaggio?
R: Veda la mia risposta alla seconda domanda. Tradizionalmente la teologia filosofica o naturale è considerata uno dei tre rami della metafisica ‘speciale’ (gli altri due sono la cosmologia razionale e la psicologia razionale). Questi tre rami della metafisica sono stati tutti pesantemente criticati da Kant nella Dialettica trascendentale della sua Critica della ragion pura. Nel suo La religione nei limiti della semplice ragione, Kant è stato uno dei primi a sviluppare una filosofia del fenomeno della religione (o filosofia della religione in senso stretto).